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Le lettere non spedite: una procedura per elaborare la perdita

All’interno della Psicologia del lutto, da un punto di vista clinico, molte sono le tecniche che possono essere usate proceduralmente in un processo di sostegno psicologico o psicoterapia. Fra queste ce n’è una “lettere non spedite” particolarmente interessante. In questo articolo il Dott. Simone Pesci presenta la procedura e la sua applicazione in un caso reale.

 

Lettere non spedite

 

“Lettere non spedite” è una procedura molto potente che consente ad una persona di riconnettersi con chi ha perso qualcuno attraverso una modalità narrativa. È un modo per incontrarsi di nuovo o per dirsi addio. Questa tecnica, proposta da Neimeyer, nasce da una rielaborazione in chiave psicologico-clinica delle “lettere al paradiso”, usate in alcuni contesti religiosi angloamericani di tipo cristiano. In ambito clinico si tratta di permettere alla persona di parlare a cuore aperto su cose che l’altro è importante che sappia o per “chiudere”, trasformandola, una relazione.
La procedura viene anche chiamata “corrispondenza con il defunto” perché trova applicazione soprattutto nell’ambito dell’aiuto psicologico per l’elaborazione del lutto. Tuttavia, come nell’esempio clinico che riportiamo più avanti, può essere facilmente adattata  ad altre situazioni di perdita. Lettere non spedite può essere utilizzata con adulti e bambini che hanno vissuto una esperienza di separazione particolarmente stressante o piena di emozioni molto accentuate e contrastanti rispetto all’oggetto della perdita. È da evitare invece nelle situazioni in cui ci sono reazioni postraumatiche intense o quando la persona è sopraffatta da incubi o immagini intrusive: in questi casi prima di intervenire sui legami continui è  preferibile lavorare con un focus più stretto sul trauma.

 

Applicazione pratica delle Lettere non spedite

 

Una applicazione che ho recentemente fatto di questa tecnica è stata con Clara, una donna che si era separata dal marito quasi un anno prima e che ancora faceva fatica a riconoscere finita la relazione. Quando ci siamo conosciuti diceva ancora di essere sposata, portava la fede nuziale, chiamava ancora l’ex coniuge “marito” e, soprattutto, parlava di lui come se fosse ancora a casa, come se convivessero insieme, nonostante non lo sentisse più dal momento della separazione, quando lui si era trasferito in Asia con un’altra donna.
Con Clara abbiamo lavorato sull’accettazione della perdita e di tutte le perdite connesse alla separazione. Ad un certo punto del nostro percorso, quasi come un fulmine a ciel sereno, Clara durante un colloquio si ferma esclamando: “già… ho detto ?”mi manca’. Ho capito solo ora che lui non vive più con me”: pochi incontri dopo Clara era già pronta per lavorare sulla ricostruzione del legame con l’ex-marito così le ho proposto di scrivergli una lettera che cominciasse con “la cosa che ora capisco è…”

La cosa che ora capisco… è che non ci sei non perché io fossi imperfetta, non perché io ho la madre che ho, ma perché tu avevi paura. Avevi paura di me, avevi paura di te stesso. Tu non credevi possibile invecchiare e sei scappato. Ti ho sentito a lungo ancora qui, però ora ti vedo. Non so se sei più vecchio, magari hai messo su un sacco di rughe, in cuor mio lo spero, ma ti ricordo così, giovane e carino. Ti odio per avermi fatto credere di essere io quella sbagliata, però ti perdono perché ancora mi manchi…

 

Conclusioni

 

A partire da questa lettera abbiamo fatto tante esperienze, proseguendo con Clara il percorso intrapreso e altre procedure sono state messe in atto, altre lettere sono state scritte, affinché elaborasse la perdita e ricostruisse una nuova coerente narrazione di sé.
Le lettere non spedite sono una modalità narrativa di intervento, usabile in una pluralità di approcci psicologici, un grande supporto per attività esperienziali tese a ricostruire i significati della perdita e articolare e rimodulare il legame continuo con chi non c’è più.

Simone Pesci
Psicologo
Psicoterapeuta
specializzato in Psicoterapia costruttivista-intersoggettiva

 

Ti è piaciuto l’articolo? Questa è solo una delle tante tecniche cliniche che è possibile adottare durante un percorso di sostegno psicologico o psicotepeutico. Per approfondire competenze e  abilità cliniche specifiche rispetto alla tematica della perdita segnaliamo a tutti gli Psicologi, Psicoterapeuti, Psichiatri e Neuropsichiatri Infantili, il corso on line Psicologia del lutto e della sua elaborazione.

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