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Counseling Psicologico: le cose da sapere

In questo articolo verrà tracciato un ritratto di una modalità di intervento psicologico clinico: il counseling. Cercheremo di mettere in luce il tempo e il focus del Counseling Psicologico, le fasi che lo contraddistinguono e quali competenze avere per intraprendere un intervento di questo tipo.

 

Uno psicologo, anche se non ha fatto una scuola di psicoterapia, può lavorare in ambito clinico. Anzi, possiede i requisiti necessari a svolgere tre delle quattro principali attività di Psicologia Clinica: la Riabilitazione, il Sostegno e il Counseling Psicologico. Insomma può operare in molte realtà diverse (cooperative, associazioni ecc.) e può avere anche uno studio professionale. Il punto è sapere come fare. In questa occasione ci concentreremo sul Counseling Psicologico.

 

Il Counseling Psicologico: il tempo e il focus

 

Un percorso di Counseling Psicologico si concentra su un problema specifico, il “nodo”. Il nodo è quella parte del tutto che la persona vorrebbe modificare. Poco importa se il resto appare alla maggior parte degli osservatori come strano o inefficace: il Counseling Psicologico si attiva quando una persona vuole lavorare su una specifica area e uno specifico problema anziché sulla interezza del sistema, come invece avviene in psicoterapia.
Per la sua natura di conseguenza il Counseling Psicologico è circoscritto nel tempo, di solito 10-16 sessioni, spesso contrattualmente definite con la persona. Lo scopo è proprio quello di sciogliere o allentare il nodo problematico. Non è infrequente, c’è da dire, che dopo un percorso del genere la persona senta l’esigenza di prendere in considerazione l’intera “matassa”.

 

Il Counseling Psicologico: le fasi

 

A seguito di una prima fase valutativa nella quale si individua e si definisce il nodo-problema da affrontare, si passa ad una seconda fase, quella centrale, tesa al raggiungimento degli obiettivi prefissati, per poi procedere ad un paio di incontri che servono per costruire insieme al cliente che cosa, quanto e come è cambiato rispetto alla problematica. Questa terza fase è inoltre importante per permettere alla persona di elaborare la fine del percorso.
Generalmente seguono altri incontri di follow-up per monitorare la tenuta dell’efficacia dell’intervento.

 

Cosa serve per fare Counseling Psicologico

 

Uno psicologo che vuole lavorare in ambito clinico deve per prima cosa conoscere le differenze fra modalità differenti di intervento. Confondere il Counseling Psicologico con il Sostegno o, peggio, con una versione “breve” o “leggera” di una psicoterapia è forse l’errore più grave.
Appurato questo deve aver ben chiaro un modello epistemologico di riferimento soprattutto per le implicazioni pratiche della teoria. Tutto ciò fa parte del “sapere”.
Ma lo psicologo deve anche saper fare, cioè deve padroneggiare non soltanto le tecniche, quanto gli atteggiamenti e le modalità relazionali necessarie ad ascoltare profondamente, ad attivare risorse, validare la persona e favorire così l’uscita dalla confusione.
Come sempre il saper fare diviene quasi necessariamente un saper essere che solo l’esperienza formativa e professionale, arricchita al bisogno dalla supervisione di colleghi più esperti, può garantire.

 

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