Tales of Sand®: il metodo per la riflessione e l’armonia
Il Metodo Tales of Sand®, se correttamente inserito in un percorso pedagogico clinico, permette di stimolare una riflessione profonda e attivare tutta una serie di funzioni toniche, percettive e socio-affettive. Il Prof. Dott. Pesci presenta gli effetti positivi e le implicazioni del Metodo.
Per fecondare la riflessione in una persona è stato sperimentato il Tales of Sand®, metodo validato dalla ricerca e da molti nostri colleghi che lo utilizzano e che hanno avuto prova di come la sabbia, elemento dal potere generoso ed accogliente, consente alla persona una espansione della disponibilità a riflettere, favoriti specie dal silenzio “dinamico”.
La persona è chiamata a sostare davanti ad uno spazio in cui le mani e le dita si muovono nella sabbia, e nel silenzio rimandano il godimento dei piaceri degli stimoli tattili, delle sensazioni e delle vibrazioni che si fondono nel dinamismo tra pensiero e azione, tra tensioni e fluidità fino a generare uno stato di equilibrio e armonia.
In questo dinamismo armonioso il corpo si libera da tensioni frenanti e inibenti e i gesti, realizzati nel contatto con i granelli di sabbia, lasciano spontaneamente tracce figurali che divengono immagini. Sono figurazioni delle espressioni cinetiche che hanno variazioni di effetto, modificato dal ritmo motorio del gesto, dalle diverse velocità, dai differenti toni, ora rallentati, ora forti, ora lanciati, continui, spezzati, correlati anche al dinamismo respiratorio. Si tratta di dissociazioni e coordinazioni dei gesti che si esprimono suffragati dall’osservazione, libere espressioni grafiche, manipolatorie scultoree, ognuna con strutturazioni e organizzazioni di un proprio linguaggio espressivo silenzioso del vivere e sentire emotivamente la realtà.
L’esperienza del manipolare la sabbia determina l’esperienza del qui ed ora, di un spazio tempo toccato, percepito, reale e concreto ma potenzialmente intimo, profondo, radicato, e nel silenzio tutto riconduce alla riflessione alla disponibilità dichiarativa che perfino fa parlare il silenzio e che ora si rompe per dare spazio al linguaggio dichiarativo verbale. È un processo evolutivo di emancipazione che, proprio sull’eco del silenzio, chiede pronunciamenti di particolare nutrimento su cui occorre soffermarci:
- Abilità scultoree
- Azione e linguaggio
- Linguaggio emozionale
- La garanzia di una relazione
- Implicazioni del metodo
Abilità scultoree
Le mani, al pari dell’evoluzione del linguaggio del bambino che vede una progressiva espansione come dai primi vocalizzi alla lallazione, dalle prime parole legate all’oggetto alle parole con funzione simbolica, si muovono con maggiore esposizione, divengono quindi sempre più abili in una magia motoria e sensoriale incoraggiata dalla disponibilità cinestetica, tonica e funzionale. Si sviluppa sempre più la gestualità, le mani giocano, imitano e parlano con incentivate capacità di astrazione e di simbolizzazione, si traducono in produzioni della ”mano e dello spirito” che originano selezioni ricreative suffragate da diverse esposizioni e generi creativi, evitando di sostare nella oscura passività.
Il Pedagogista Clinico® si trova ad osservare, senza intervenire, le descrizioni che si sviluppano e si generano nell’esperienza, sostenute dalla sensibilità tattile, e che provocano effetti equilibratori tonici, percettivi e socio-affettivi. La persona si intrattiene con la sabbia, afferra, agguanta, prende, spinge, attira, preme, batte, avvolge; le mani si inarcano, si incurvano, il pugno chiuso con forza a cui può seguire la mano che si apre, le dita che si allargano al massimo poi si richiudono, lentamente per ben vivere la pluralità di stimoli tattili o velocemente, comunque gesti espressivi caratterizzati dall’emozione. Sono contributi di espressione e comunicazione silenziosa che abilitano il soggetto a definire con una manipolatoria esplorativa forme derivate da richiami associativi fino a promuovere interessanti abilità scultoree caratterizzate dalle forme dei legami dialettici dell’individuo, capace di trasferire e trasformare nella realtà esterna il proprio mondo interno con le fantasie inconsce che lo animano. La sabbia è capace di suscitare stati emotivi positivi, di far scoprire le proprie risorse, assicurare una crescita trasparente con l’originalità estensiva personale.
Azione e linguaggio
L’azione con la sabbia pur tradotta in prolungati silenzi e con il risultato di vivere trasparenti desideri ed emozioni, viene gradualmente accompagnata dal linguaggio. L’azione prima vela e nasconde per poi lasciare spazio al linguaggio verbale che permette la dichiarazione dell’esperienza agita nel processo riflessivo. L’attivazione manipolatoria tattile consente l’espansione di una valenza affettiva che genera il piacere e l’agio in una positiva costruzione orale con cui è più facile trasmettere i propri pensieri riflessivi. È nell’azione del fare infatti che il linguaggio entra in gioco e che incrementa e amplia gli effetti connotandosi come gratificante affidatario in cui la valenza affettiva dell’interazione va a sottolineare e rinforzare il contesto di fiducia reciproca che si tesse tra gli attori della relazione. Le interazioni così si concretizzano nell’agito, nel fare, nel dare consistenza e materia di espressione, e il linguaggio, sorgente con cui si traduce ogni riflessione, ne dà rappresentazione e simbolo.
Linguaggio emozionale
Sostare con le mani nella sabbia, muovere la sabbia, alzarla per farla ricadere, accarezzarla… è un momento in cui la riflessione trova spazio e le emozioni si espandono e divengono veicolo delle più intime profondità dell’anima. Il linguaggio silenzioso si esprime con riflessi emozionali connessi alle simpatie tradotte dalla sabbia e che si rivelano attraverso segnali connessi inestricabilmente ai vissuti in riflessione. In questa ricerca nella sabbia, con la sabbia, il linguaggio emozionale diviene una palpitante essenza espressiva ricca di derivazioni vigorose che ricorrono nel rapporto interattivo con la sabbia e con l’analisi di se stesso.
La garanzia di una relazione
La garanzia di una relazione generata dal Reflecting® chiede di promuovere un rapporto interpersonale, una forma di intercomunicazione valorizzata da simpatia, solidarietà e cooperazione nell’ambito della quale il Pedagogista Clinico® aiuta la persona a riflettere per comprendere e superare le proprie perplessità e i propri indugi fino ad influire in termini di soddisfazione e di prestazione. Significa stare assieme pronti ad intessere sollecitazioni alla riflessione, facendo appello alla semiotica, a quel sistema di segni espressivi e comunicativi, siano essi linguistici, visivi, gestuali, posturali ecc., ai tanti e complessi canali informatori e all’esatta cognizione dei sistemi con cui il significante e il significato del segno vengono resi comprensibili. I sollecitatori stimolo vengono prodotti intenzionalmente dal Pedagogista Clinico® allo scopo di sostanziare l’elaborazione nell’altro e devono poter essere adatti per essere recepiti e promuovere un’azione di riflessione da cui trarne una opportunità di crescita personale.
Implicazioni del metodo
Il Tales of Sand è un metodo che viene acquisito con la formazione in FAD e assai bene indirizza il Pedagogista Clinico® sull’uso delle strategie efficaci su cui si basa la sua azione, tesa ad aiutare la persona a far maturare immagini e pensieri, concepire garanzie in sviluppo del proprio Universo interno ed esterno. Applicare il Metodo per il Pedagogista Clinico® significa esporsi con una professionalità a garanzia di una emancipazione della persona, e far sì che dalla ricca impressione tattile, propriocettiva e immaginativa evocatrice di contenuti profondi, sia possibile generare nell’uomo il senso critico, il modo dinamico dello sviluppo di idee, senso di soddisfazione e di successo e incrementare la fiducia in se stesso.
Prof. Dott. Guido Pesci
Direttore scientifico della Scuola di Pedagogia Clinica ISFAR
Sei un Pedagogista Clinico® e vorresti applicare il Metodo durante la tua pratica professionale? Segui l’aggiornamento online “Il Tales of Sand® in Pedagogia Clinica” e potrai utilizzare il metodo a supporto del tuo lavoro pedagogico clinico.