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Rischio suicidario: aspetti clinici e deontologici

La tematica del suicidio, in tutta la sua complessità, deve essere affrontata con estrema competenza dal professionista chiamato a valutare il rischio suicidario di una persona e a sostenerla in un percorso di aiuto.

 

 

Problematicità

 

Quando si parla di suicidio e di rischio suicidario in qualsiasi professionista suona un campanello d’allarme: che cosa faccio? Come mi comporto? Che cosa devo dire? Devo avvertire la polizia? Dubbi personali, procedurali, deontologici.
Mettendo tra parentesi per ora i dubbi personali proviamo a fare una analisi di quelli procedurali e deontologici.

 

 

La valutazione del rischio

 

In termini procedurali il professionista deve essere in grado di valutare il rischio suicidario (alto, medio, basso) e decidere velocemente come attivarsi per prevenirlo. Una valutazione fatta bene tiene conto di molti parametri, ricavabili sia dal colloquio sia dall’osservazione sia dall’uso di alcuni test. Se fatta bene la valutazione del rischio salva la vita e non espone il professionista ad una mossa allarmistica sconsiderata.

 

Deontologia

 

Sciogliere il segreto professionale, infatti, pur con le lodevoli intenzioni di far del bene, non è mai né facile né scontato. Omettere o delegare è punibile in termini di legge, ma anche la mancata tutela del segreto professionale espone il professionista a sanzioni.
È proprio la corretta valutazione del rischio suicidario che può aiutare il professionista a prendere la decisione giusta al momento giusto, descrivendo gli elementi che, pur soggettivi, suggeriscono la scelta.

 

 

Conclusioni

 

Deontologia e competenza come si vede corrono insieme. È certo che saper cosa fare e conoscere i limiti deontologici della professione nonché i doveri imposti dalla legge favorisce il professionista nel contenere e indirizzare l’inevitabile attivazione emotiva che ha di fronte ad una persona che potrebbe tentare il suicidio. Una emotività che a quel punto diventa relazione terapeutica e non scomposta reazione ad un pericolo (reale e immaginario) che coinvolge l’altro o noi stessi.

 

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