La Dott.ssa Cristina Orlandi, psicologa, psicoterapeuta e supervisore certificato in Emotion Focused Therapy, ci guida alla scoperta di questo approccio terapeutico innovativo. Con radici nella terapia centrata sul cliente e influenze della Gestalt, la Emotion Focused Therapy pone le emozioni al centro del processo terapeutico, utilizzando strumenti mirati per affrontare le difficoltà emotive. In questa intervista, esploriamo le sue applicazioni cliniche, le differenze rispetto ad altri approcci e perché rappresenta una risorsa fondamentale per i terapeuti.
1. Cosa è la Emotion Focused Therapy?
La Emotion Focused Therapy è un approccio terapeutico empiricamente supportato, altamente esperienziale, che offre numerosi strumenti per lavorare in modo specifico con i processi di elaborazione emotiva. Questo approccio è stato sviluppato da Leslie Greenberg, Jeanne Watson Robert Elliott, Rhonda Goldman e da numerosi gruppi di collaboratori in oltre 40 anni di ricerca e pratica intensiva sui processi di cambiamento in psicoterapia.
La Emotion Focused Therapy è un’integrazione delle condizioni relazionali della Terapia Centrata sul Cliente con modalità di intervento che attivano le emozioni derivate dalla Gestalt. Inoltre, l’approccio assimila le contemporanee teorie cognitivo-affettive, dell’attaccamento e le neuroscienze affettive all’interno di una visione dialettico costruttivista del sé. È un modello terapeutico transdiagnostico che risulta efficacie nel trattamento di depressione, ansia generalizzata, ansia sociale, disturbi alimentari, trauma complesso, disturbi di personalità e nell’applicazione in setting diversi quali, terapia individuale, di coppia, familiare e con minori.
La Emotion Focused Therapy identifica quattro difficoltà di elaborazione emotiva alla base della genesi e del mantenimento dei principali disturbi psichici:
- Emozioni negate o bloccate per le quali la persona non riesce ad accedere alla propria esperienza emotiva o a viverla consapevolmente.
- Problemi di regolazione emotiva per cui la persona sperimenta emozioni dolorose travolgenti o non ha accesso alla propria emotività.
- Ricorrenti emozioni dolorose, maladattive, emerse in circostanze di vita avverse o traumatiche.
- Incapacità di simbolizzare ed integrare i propri stati emotivi in una narrativa coerente.
Il terapeuta segue le pulsazioni emotive delle persone focalizzando ciò che è intenso e doloroso per facilitarne l’elaborazione e il cambiamento.
2. Su cosa si basa la pratica clinica dell’Emotion Focused Therapy?
La pratica è orientata da quattro bussole fondamentali che rappresentano ciò che il terapeuta deve saper fare per lavorare secondo questo approccio:
- Assessment centrato sulle emozioni: consente di orientare l’intervento in base a quattro tipologie di risposta emotiva.
- Sette principi del cambiamento emozionale validati empiricamente che indicano come lavorare con le emozioni divisi in tre macrocategorie: utilizzo, regolazione e trasformazione delle emozioni.
- Indicatori di specifici stati cognitivo-affettivi problematici sui quali si applicano modalità di intervento basate su modelli di risoluzione empiricamente supportati.
- Formulazione del caso centrata sul processo, non formulata a priori sulla persona: consente di sviluppare un focus del trattamento dall’inizio alla fine della terapia.
3. Qual è la differenza rispetto agli altri approcci terapeutici?
Ciò che distingue e rende unico questo approccio è la centralità che le emozioni hanno nel funzionamento umano e nella disfunzione. Le emozioni sono viste come dato fondamentale dell’esperienza umana, sono determinanti chiave dell’organizzazione del sé e la trasformazione dell’elaborazione emotiva maladattiva è considerata come la via del cambiamento terapeutico. È da sottolineare che per emozioni maladattive si intendono quelle reazioni emotive disregolate, non congruenti con le circostanze attuali, che sono emerse come tentativi di adattamento a circostanze avverse o traumatiche oppure insorte a seguito di esperienze di regolazione emotiva fallimentare con le figure di attaccamento. Questi nuclei emozionali maladattivi rappresentano il target fondamentale della Emotion Focused Therapy e la loro trasformazione attraverso l’attivazione spontanea di un’emozione adattiva, implicita o sottodominante, è uno dei contributi maggiormente innovativi che offre questo approccio.
Inoltre, ciò che lo caratterizza è la combinazione di due componenti fondamentali: la relazione terapeutica, altamente empatica e validante, e le specifiche modalità di intervento che implicano un lavoro puntuale e focalizzato.
Un altro aspetto distintivo della Emotion Focused Therapy, strettamente connesso al precedente, è la combinazione fra seguire il cliente, che implica competenze percettive e relazionali, e dirigere il processo grazie alle specifiche competenze tecniche che questo approccio offre.
Il cliente è l’esperto della propria esperienza mentre il terapeuta è esperto nella facilitazione di processi di elaborazione produttivi e il modo in cui lavora con la sintonizzazione empatica è un ulteriore contributo distintivo della Emotion Focused Therapy.
4. Perché consiglierebbe ad uno psicoterapeuta di diventare terapeuta Emotion Focused Therapy?
- Perché è un modello terapeutico sviluppato in oltre 40 anni di ricerca e pratica intensiva sui processi di cambiamento in psicoterapia con specifica focalizzazione sui processi di elaborazione emotiva.
- Perché offre strumenti specifici per lavorare in modo puntuale sui nuclei emotivi maladattivi alla base del disagio emotivo e psichico delle persone.
- Perché è un approccio transteorico che può arricchire il bagaglio professionale di clinici con orientamenti terapeutici diversi.
- Perché è un approccio transdiagnostico che consente di lavorare in modo efficace con popolazioni cliniche diverse e nei principali setting terapeutici.
- Perché le ricerche sottolineano la durata a lungo termine dei benefici ottenuti.
5. C’è un pensiero, citazione o frase che racchiude il senso della Emotion Focused Therapy che per lei è importante ricordare?
Mi vengono in mente varie citazioni che racchiudono i principi chiave di questo modello terapeutico ma ciò che ritengo maggiormente esaustivo nel descrivere l’intero approccio è l’immagine con cui Greenberg lo raffigura, cioè, un arcipelago in un oceano dove le isole rappresentano le opportunità di intervento su distinti stati problematici attivi in seduta e l’oceano rappresenta la relazione altamente empatica, caratterizzata da un uso differenziato di specifiche modalità di risposta empatica.
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