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La Psicomotricità Funzionale per le scuole dell’infanzia: un case study di successo

Il testo, scritto dalla dott.ssa Letizia Bulli, Psicomotricista Funzionale, è tratto dall’articolo “Progetto Il Corpo e il Movimento in Gioco (Nuovi orizzonti 22, 2019). Presenta un progetto di Psicomotricità Funzionale realizzato in Toscana, nel comune di Greve in Chianti (FI).

 

 

La Psicomotricità Funzionale per le scuole dell’infanzia

 

La Dott.ssa Letizia Bulli, ha coordinato la realizzazione di un percorso di Psicomotricità Funzionale, rivolto ai bambini di 4 e 5 anni delle scuole d’Infanzia del Comune di Greve in Chianti (Fi), volto a rafforzare ed integrare i prerequisiti necessari per la futura scolarizzazione.
All’interno dei laboratori sono state proposte esperienze di tipo ludico, dove il corpo e il movimento hanno giocato un ruolo fondamentale nella scoperta personale delle proprie risorse e dei propri aggiustamenti.
La crescita e la maturazione complessiva del bambino è connessa alle esperienze specifiche del movimento. Muoversi nello spazio, incontrare ostacoli, superare difficoltà, compiere azioni semplici e poi via via sempre più complesse rappresenta una modalità naturale di conoscenza che normalmente appartiene ad ogni bambino.
La consapevolezza di avere un corpo viene acquisita nel tempo, la capacità di controllo del movimento e del comportamento diventa espressione della funzione di relazione con gli altri e con l’ambiente oltre che con se stessi.
L’incontro con oggetti e materiali diversi, ricchi d’informazione percettive e di suggestioni operative, deve essere costante e capace di stimolare conoscenze e abilità, consolidando ciò che il bambino impara sostenendolo verso successivi impegni e traguardi.
Le esperienze motorie rappresentano un significativo contributo alla costruzione e alla corretta evoluzione della immagine di sé. Sono inoltre una dimensione ideale per sperimentare il rapporto con gli altri: nel gioco si apprendono le regole e le modalità del sociale.
Condividere uno stesso giocattolo o utilizzare insieme una macrostruttura rappresentano una opportunità importante per riuscire a “stare bene” con gli altri, accettandone tempi e modi , tollerandone anche emotività e comportamenti. Una corretta educazione emotiva richiede che siano sperimentate situazioni nelle quali la scoperta dei sentimenti propri e altrui sia sostenuta e favorita dalla piacevolezza e dalla disponibilità.
La forma privilegiata di attività motoria è costituita dal gioco individuale e di gruppo, che sostanzia e realizza nei fatti il clima ludico della scuola dell’infanzia, adempiendo a rilevanti e significative funzioni di vario tipo, da quella cognitiva a quella socializzante e a quella creativa.

 

 

Destinatari

 

Le scuole d’Infanzia interessate e coinvolte nel progetto sono state le classi di 4 e 5 anni del Comune di Greve in Chianti (FI). Le Psicomotriciste Funzionali coinvolte si sono impegnate in scuole diverse: la Dottoressa Maria Chiara Casini si è occupata delle scuole d’Infanzia di Greve in Chianti: scuola d’Infanzia Strada in Chianti e della scuola di Panzano. la Dottoressa Francesca Farinella, delle scuole di Greve in Chianti: scuola d’Infanzia Munari, scuola d’Infanzia Tirinnanzi, scuola d’Infanzia Sturiale.

 

 

Il Percorso

 

L’esperienza si è sviluppata partendo dall’osservazione dei bambini, decidendo quindi di volta in volta l’esperienza psicomotoria funzionale utile per sviluppare al meglio gli obiettivi.
Fondamentale è stata la collaborazione con le insegnanti che ha permesso all’esperta di lavorare al meglio con i bambini. Lo stile di apprendimento è variato in base all’osservazione iniziale dei bambini , gli iniziali obiettivi si sono in parte modificati dopo aver svolto l’osservazione.

 

 

La metodologia

 

La metodologia riguarda giochi psicomotori funzionali. Nei primi 2-3 incontri la Psicomotricista Funzionale trova una relazione con i bambini e con l’utilizzo di giochi e vari materiali(cerchi, palle, cartoncini, nastri, musica ecc.), osserva le capacità dei bambini. Nei restanti incontri si decide quale attività svolgere in base all’osservazione fatta. Le attività riguardano sempre esperienze psicomotorie funzionali.
Ogni volta che si lavora con i bambini si valutano i loro progressi. Osservando di volta in volta le capacità psicomotorie funzionali dei bambini la psicomotricista ha variato dei giochi per sviluppare al meglio ciò di cui i bambini avevano bisogno.
Le finalità e gli obiettivi sono decisi in base al gruppo e all’età, ad es. per i 5 anni si prende in considerazione il tempo, lo spazio-tempo, la coordinazione oculo-manuale, ecc.; per i 4 anni lo schema corporeo, l’aggiustamento allo spazio, la rappresentazione mentale ecc.; per entrambi, la motivazione e l’attenzione.
La verifica si è basata sull’osservazione. Gli strumenti utilizzati sono: cerchi, fogli, colori a cera, mattoni, palle, bottiglie, corde, cuscini, e tutto il materiale utilizzabile all’interno dell’edificio scolastico. I bambini hanno sperimentato, conosciuto e interiorizzato la propria corporeità. Il percorso ha offerto loro l’opportunità di seguire un itinerario di scoperta/conoscenza più specifica del corpo, ed è stato suddiviso in momenti caratterizzati da esperienze di movimento e di rielaborazione , per sperimentare e consolidare conoscenze nuove e acquisite.
In generale si è notato che le esperienze motorie hanno sviluppato un migliore livello di attenzione e si sono rivelate una dimensione ideale per sperimentare il rapporto con gli altri: nel gioco si apprendono le regole e le modalità del sociale.

 

 

Conclusioni

 

L’amministrazione Comunale di Greve, grazie all’assessore Maria Grazia Esposito, ha sempre dimostrato negli anni  un forte impegno sui bambini, in particolare sul benessere dei bambini. Quest’anno è stato il secondo anno di sperimentazione sulla Psicomotricità Funzionale. Già l’anno prima questo progetto aveva trovato particolare gradimento nei bambini e nelle insegnanti, tanto da essere nuovamente richiesto a gran  voce.  La versatilità della Psicomotricità Funzionale ha permesso alle conduttrici di costruire progetti mirati  ai bisogni dei singoli gruppi, con particolare attenzione al rispetto dell’unicità del singolo bambino. Il bisogno di questi bambini di vivere esperienze concrete finalizzate al raggiungimento di quel sapere indispensabile non solo per la scolarizzazione , ma anche per orientarsi nel proseguimento degli apprendimenti. L’importanza di far sentire il bambino efficace sull’ambiente è stata la chiave del successo di questo progetto, vivere la  possibilità nel riuscire a portare a termine un compito in autonomia,  ha aiutato i bambini ad aumentare il livello dell’autostima. Le insegnanti  si sono trovate in sintonia con il percorso psicomotorio funzionale, perché questo andava a concretizzare gli obiettivi che la scuola stessa si era prefissata. Il valore dell’esperienza vissuta e percepita attraverso il corpo e il movimento , anticipa e struttura il pensiero. Questa metodologia ci consente di tenere unite le varie  funzioni messe in gioco nel processo evolutivo: la funzione  motoria, la funzione cognitiva e la funzione emotiva.

Ed è per tutto questo che il comune di Greve in Chianti ci aspetta anche il prossimo anno!

 

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