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Le abilità grafo-motorie nella scrittura

La scrittura è un processo complesso che chiama in causa competenze e fattori diversi.  L’articolo, a cura della Dott.ssa Solinas, racconta come interviene la Psicomotricità Funzionale nell’assetto delle abilità grafomotorie che presiedono la scrittura.

 

 

Scrittura e sviluppo psicomotorio

 

Il processo di scrittura è un processo assai complesso che esige una maturazione dei fattori affettivi, intellettivi, neuro e psico-motori.
La scrittura è una capacità che si realizza grazie al contributo di complessi e diversi prerequisiti che la sostengono, che con lo sviluppo psicomotorio dell’organizzazione sensopercettiva e motoria sono il frutto di un progressivo apprendimento attraverso l’esperienza concreta del vissuto corporeo, per giungere alla forma più alta dell’apprendimento: la rappresentazione mentale. La scrittura è trasformare in forma grafemica attraverso il gesto, una rappresentazione astratta di informazioni verbali pensate o ascoltate. L’intreccio disarmonico produce problemi a cascata in più ambiti e nelle varie età di sviluppo, dunque prima ludici e poi disciplinari.
L’intervento psicomotorio funzionale andrà a sollecitare il complesso assetto delle abilità grafomotorie che presiedono il gesto grafico in un’ottica globale e non orientata al compito.

 

 

Evoluzione – Prerequisiti – Processualità

 

Nell’ottica Psicomotoria Funzionale il reale successo di un apprendimento è il risultato di esperienze concrete, che alimentano la motivazione e l’interesse, di funzioni e abilità che seguono le tappe di sviluppo, che passano dal vissuto, al percepito, per giungere alla rappresentazione mentale. Per questo bisogna conoscere quali tappe e come si sviluppano le abilità interessate in ottica evolutiva. Chiedersi in quale punto dello sviluppo si è presentato il blocco evolutivo, quali prerequisiti e abilità si devono nutrire, strutturare e automatizzare. Comprendere dove esattamente si trova il bambino ci permette di proporre le giuste esperienze per arrivare alla forma più alta di apprendimento e di monitorare anche le ricadute adattive che il problema ha nel quotidiano.

 

 

Le competenze di base delle abilità grafo motorie e il loro coinvolgimento nell’atto scrittorio

 

Fondamentale attuare un’attenta analisi psicomotoria funzionale, una minuziosa osservazione su come il bambino scrive, la qualità e il tempo di esecuzione, operare un’analisi di campioni di scrittura estratti dai quaderni (righe, quadretti e disegno) per localizzare il locus di difficoltà e le aree di potenzialità.

  • Competenze visuo-percettive: comprendono la discriminazione visiva ossia l’abilità di distinguere una configurazione visiva da un’altra, e il completamento visivo ossia la capacità di percepire una configurazione intera anche quando ne viene presentata solo una parte. Una carenza in questa competenza porta a confusione tra lettere simili, scrivere lettere senza i tratti distintivi.
  • Competenze visuo-spaziali: consentono di gestire il rapporto tra le diverse parti di uno stesso elemento o configurazioni diverse tra loro che devono tenere conto delle dimensioni, collocazioni in spazi e direzione, presuppongono integrazione del sistema visivo con la conoscenza dello spazio e l’orientamento spaziale egocentrico e allocentrico. Carenze in questa competenza portano a scrittura fluttuante o male organizzata nel rapporto tra lettere.
  • Consapevolezza Propriocettive, Cinestetica e Vestibolare: consapevolezza della localizzazione nello spazio delle parti del corpo, sia in posizione statica che dinamica. Le carenze possono provocare una postura scorretta, una pressione eccessiva, scarsa modulazione e controllo tonico, impugnatura poco funzionale del mezzo grafico.
  • Integrazione visuo-motoria: integrazione delle informazioni visive tattili e cinestetiche che implica un controllo visivo del movimento per effettuare correzioni durante la scrittura.
  • Pianificazione del movimento: competenza che necessita della compresenza di abilità visuo-motorie e fino motorie, è l’apprendimento di pattern di movimento, automatizzazione dei movimenti, connotati da un’organizzazione sequenziale che rispettano vincoli spaziali e temporali attraverso coordinazione oculo manuale e bimanuale. Permettono di seguire sequenze di movimenti connotati da modulazione tonica, direzione, sequenza, dimensione e durata. Si possono riscontrare delle difficoltà a principiare l’azione in modo automatico o difficoltà nel recupero delle sequenze motorie, o ancora una mancata disponibilità nella memoria di uno schema di base di movimento. Si possono così manifestare tratti tremolanti, frammentati, prolungati o interrotti, inversioni nell’ordine di esecuzione e perseverazioni, portando a una lentezza generale.

 

 

Metodi Periferici VS Metodi Centrali

 

I metodi periferici hanno l’obiettivo di allenare le componenti effettrici della scrittura (o processi periferici) e ci offrono un supporto per operare un progetto di intervento limitatamente alle attività esecutive motorie secondo un principio di ripetizione attraverso esercizi “orientati al compito”. Se si è ben compreso l’interdipendenza e il multiforme assetto delle abilità che sovraintendono il gesto grafico e la realizzazione scritta, sarà tanto più chiaro che ciò non è sufficiente pensando alla persona in evoluzione in un’ottica globale.
Proprio per questo lo Psicomotricista Funzionale incentra il suo intervento sugli aspetti centrali, sopra esposti, che presiedono alla realizzazione scritta, affinché si possa realizzare un reale apprendimento. Conoscere lo sviluppo evolutivo di queste competenze ci permette di proporre esperienze diversificate con diversi livelli di difficoltà crescente sulle capacità senso-percettive e motorie, che sono all’origine della consapevolezza del corpo, dello spazio, del tempo e dell’ambiente. Allora sì che possiamo impegnarci, con creatività, su attività che abbiamo definito “orientate al compito”, generando un vero apprendimento che passa dal vissuto corporeo sino ad arrivare alla vera e propria rappresentazione mentale generalizzabile in tutti gli apprendimenti trasversali e avendo così, una ricaduta a cascata a livello adattivo, come nutrimento della motivazione ad apprendere e aumento del senso di autoefficacia.

 

Dr.ssa Sara Solinas
Direttore ASPIF regione Toscana
Psicomotricista Funzionale n° 1221
Psicologa dell’età evolutiva, n°6085
Esperta in Neuropsicologia Clinica

 

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