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Psicomotricità Funzionale: i quadri funzionali al centro della metodologia

La Psicomotricità Funzionale si basa sull’integrazione tra intenzionalità, percezione e movimento, mettendo in evidenza la globalità della persona. Questo approccio considera la condotta come una manifestazione complessa che coinvolge aspetti affettivi, cognitivi e motori. Attraverso l’analisi dei tre Quadri Funzionali — Biologico, Neurologico e Funzionale — viene osservata l’interazione tra corpo, mente e ambiente, per comprendere e migliorare la capacità di adattamento e risposta della persona. Ogni quadro contribuisce a una visione completa dello sviluppo psicomotorio e alla creazione di esperienze che favoriscano la consapevolezza di sé e l’efficacia nell’interazione con l’ambiente.

L’intenzionalità e il processo di aggiustamento

L’intenzionalità, che si traduce in percezioni e movimento, porta la persona a raggiungere ed ottenere risposte, a attivare processi mentali, creare una intenzione ad agire e modula aspetti affettivi.

Secondo Le Boulch la condotta è la manifestazione dell’insieme degli aspetti affettivi, cognitivi, del linguaggio e del movimento. Tutto ciò si traduce in quella che la Psicomotricità Funzionale definisce “Funzione di Veglia”, che dipende dall’attività reticolare la quale a sua volta è influenzata dai movimenti espressivo-affettivo, prassico, simbolico.

Il processo di aggiustamento e della funzione di percezione che permette alla persona di relazionarsi in base agli stimoli che riceve ed al proprio corredo genetico è permesso dallo scambio con l’ambiente. È per questo necessario effettuare un’analisi funzionale attraverso l’analisi dei tre Quadri: Biologico, Neurologico e Funzionale.

 

Il Quadro Biologico

Il Quadro Biologico comprende aspetti dal punto di vista biologico  che influenzano la condotta in maniera volontaria ed involontaria. I fattori biologici sono la base che ognuno ha a disposizione e che si sviluppa con la maturazione delle strutture organiche in interazione con l’ambiente.

Le funzioni nutritive, di relazione, sensoriali, percettive e motorie e le funzioni sessuali rientrano nel Quadro Biologico. Oltra all’analisi dei queste tre funzioni regolate dal SNC devono corrispondere anche tutte le funzioni vegetative controllate dal SNV.

L’interazione tra tutte le funzioni biologiche rappresenta un processo globale che investe la persona dal punto di vista relazionale, affettivo e funzionale, caratterizzando così la metodologia della Psicomotricità Funzionale®.

 

Il Quadro Neurologico

Per comprendere il Quadro Neurologico è importante conoscere il SNC, le sue funzioni e la relazione fra le varie strutture che lo compongono. Il SNC è formato dall’encefalo che si prolunga fino al midollo, il quale si collega ai vari organi attraverso i nervi sensitivi del sistema nervoso periferico che ricevono e trasmettono le informazioni provenienti dall’esterno.

In risposta agli stimoli esterni le strutture che compongono il SNC rispondono, dal basso verso l’alto, su tre livelli diversi: livello riflesso, livello automatico e livello corticale permettendo all’organismo adattamenti diversificati.

Ciò che Le Boulch vuole mettere in risalto nel Quadro Neurologico è la formazione reticolare che lui definisce “particolarmente psicomotoria” poiché riceve una costante stimolazione data dalle informazione propriocettive e esterocettive dell’organismo e in contemporanea esercita la sua azione sulla muscolatura e sulla corteccia. La formazione reticolare modula il tono di base, la vigilanza e i bisogni dell’organismo.

La struttura che si occupa di mantenere un equilibrio tra le richieste dell’ambiente e lo stato fisiologico dell’organismo è l’ipotalamo. L’intenzionalità e l’ipotalamo sono legati alle strutture limbiche perché anche loro variano il tono di base in ragione dell’esperienza positiva o negativa.

 

Il Quadro Funzionale

Il Quadro Funzionale è la rappresentazione dell’organizzazione dell’organismo (dato dall’insieme delle funzioni psicomotorie, operative ed energetiche) a partire dall’ambiente esterno e nella relazione con esso.

Centrale in questo contesto è il ruolo della funzione energetico-affettiva. Questa funzione, che ha sede nel sistema reticolare è considerata il “motore” della persona in quanto da essa dipende “La capacità e la disponibilità di agire, lo stato di disponibilità e vigilanza sulle regolazioni del tono e la presa di coscienza; essa influenza il comportamento affettivo e emozionale ed è condizionata dalle esperienze realizzate dalla persona nell’ambiente”.

La funzione energetico-affettiva si manifesta attraverso il tono e l’attenzione che possono essere ben espresse se riusciamo a favorire nella persona interesse, motivazione, intenzionalità, piacere e autostima.

 

Conclusioni

La Psicomotricità Funzionale® per osservare la persona nella sua globalità, cioè per analizzare e sviluppare le funzioni evidenziate nei vari Quadri, si serve dell’analisi psicomotoria funzionale e di una serie di esperienze, costruite sui bisogni e le motivazioni personali, in cui il movimento permetterà alla persona di raggiungere la piena consapevolezza di sé e di divenire efficace nell’ambiente in cui vive.

 

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