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Intervistare il minore vittima di abuso: la vittimizzazione secondaria e la Step Wise Interview

L’ascolto ai fini giudiziari di minori vittime o testimoni di abuso è un tema tanto complesso quanto delicato. La Dott.ssa Federica Gradante presenta i principali elementi delle interviste forensi e della metodologia Step Wise Interview.

 

La prima cosa importante da sapere sulle interviste forensi è che ci sono tanti modi per condurle e che non tutti conoscono le metodologie maggiormente riconosciute e validate dalla Comunità Scientifica di riferimento. Uno dei modelli oggi più utilizzati è la Step Wise di Yuille.
Questa tecnica di intervista è la più efficace nell’agevolare i bambini presunti vittime di abuso a ricordare e resocontare le informazioni rispetto alle interviste standard, da qui la necessità di conoscerla e saperla adoperare correttamente onde evitare che il minore subisca una vittimizzazione secondaria.

 

La vittimizzazione secondaria

 

Aiutare la vittima a rendere testimonianza non è l’unico passo utile al fine di proteggerla.  La cosiddetta vittimizzazione secondaria si riferisce, infatti, all’intero processo penale che può provocare ingenti danni psicologici alla vittima. Ciò accade soprattutto quando ci troviamo di fronte ai bambini, presunti vittime di abusi sessuali. La partecipazione all’iter giudiziario può infliggere un trauma potenzialmente maggiore al minorenne rispetto all’atto di abuso subito. La vittimizzazione secondaria si verifica quando:

– I bambini vengono sottoposti a continue audizioni;
– vengono usate tecniche di interrogatorio scorrette e suggestive;
– vengono fatte indagini mediche intrusive;
– gli adulti etichettano i presunti fatti come scandalosi o assurdi provocando senso di colpa e vergogna nel minore;
– i servizi si attivano troppo bruscamente ed in modo scoordinato giungendo persino all’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie (Effetto iatrogeno).

Quindi un bambino può diventare una vittima primaria anche solo perché gli adulti, con varie modalità, finiscono per attribuirgli quel ruolo, rinforzandolo. Concludendo risulta evidente come il processo di etichettamento delle vittime può, in certe circostanze, essere il primo vero passo verso la vittimizzazione.

 

Le interviste in ambito forense

 

Esistono elementi basilari comuni alla maggior parte delle interviste usate in ambito forense, che solitamente sono costituiti dalle seguenti fasi (Cordisco e Carnes, 2002):

  • introduzione;
  • costruzione del rapporto;
  • valutazione dello sviluppo del minore;
  • contrattazione delle regole per l’intervista (possibilità di dire se non sa o non ricorda qualcosa, possibilità di dire se non capisce qualche domanda, non mettere fretta, rispettare i tempi del minore);
  • valutazione delle competenze (ad esempio il saper distinguere bugia da verità);
  • resocontazione libera dell’evento;
  • domande di chiarimenti (tecnica “a imbuto” da generali e larghe a specifiche);
  • chiusura.

 

La STEP WISE INTERVIEW

 

L’ intervista “graduata” Step Wise di Yuille fa uso di tecniche volte a:

  • ridurre i traumi che il minore potrebbe rischiare di subire nel corso dell’intervista;
  • massimizzare la qualità e la quantità delle informazioni ottenute dal bambino;
  • minimizzare eventuali fonti di contaminazione o inquinamento di tali informazioni;

La conoscenza specialistica è particolarmente importante quando i bambini vengono intervistati. Può essere acquisita in vari modi (workshop, formazioni professionali) e dovrebbe includere concetti legati allo sviluppo in età evolutiva, capacità comunicative dei bambini, tipologie di abuso, tecniche e strumenti utilizzati per ascoltare i minori largamente riconosciute e accettate.

 

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