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Introduzione alla Pedagogia Clinica: la scienza, la professione

A cura del Prof. Guido Pesci una breve introduzione alla Pedagogia Clinica e alla professione di Pedagogista Clinico®, tutelata dall’ANPEC – Associazione nazionale Pedagogisti Clinici- che riconosce nell’ISFAR l’unico ente per la formazione dei Pedagogisti Clinici e per la sperimentazione dei metodi e delle tecniche in uso a questo professionista.

 

 

La Pedagogia Clinica e il Pedagogista Clinico®

 

La Pedagogia Clinica è la scienza di una educazione che si pone quale processo di crescita dell’essere umano, affinché egli possa affrontare con consapevolezza e coscienza le nuove situazioni che gli si presentano nei diversi periodi dell’esistenza.  L’uomo, anche dopo il consolidamento degli anni di studio e di lavoro, deve essere pronto e flessibile all’adattamento, all’accomodamento sorretto dall’intenzionalità, al nuovo status, ai diversi ruoli e alle differenti richieste. La Pedagogia Clinica assume una connotazione evolutiva, un significato dinamico, indipendente dalla situazione differenziale relativa alle diverse fasi anagrafiche. Lo specialista in Pedagogia Clinica è un professionista che, grazie a metodi e tecniche di verifica e di intervento proprie della pedagogia in aiuto alla persona, svolge attività rivolte a persone di differenti età e con diversificati disagi; considera l’individuo nella sua interezza ed ha come obiettivo quello di attivare e valorizzare, attraverso una relazione con matrice pedagogica, potenzialità e risorse; accompagna la persona verso il suo cambiamento e la conquista di nuovi equilibri.
Il termine “clinico” conserva l’originario significato di cura (to care, prendersi cura) e si basa sul principio di “aiuto alla persona”, opposto all’attività clinica propria delle modalità sanitarie orientate all’esame, cura e studio del malato o della malattia; si riferisce ad un atto di studio, verifica, progettazione ed intervento portato in modo ravvicinato e diretto alla singolare individualità delle persone, dei gruppi o delle situazioni.
Il lavoro dello specialista in Pedagogia Clinica inizia con un momento conoscitivo dell’altro in cui si fa una verifica delle cosiddette PAD Potenzialità, Abilità e Disponibilità nonché delle aree di “educabilità” della persona. Tale verifica si attua secondo una ottica di conoscenza globale e non di definizione classificatoria né di identificazione del deficit. L’intervento pedagogico in aiuto alla persona che ne consegue è teso a favorire l’altro nel trovare le risorse adatte per vivere in maggiore stabilità. Il carattere di una epistemologia pedagogica dell’intervento di aiuto non assume l’aspetto correttivo-curativo né può essere identificato tout court come specializzazione di un “fare” pedagogico: lo specialista, infatti, implementa il suo agire professionale non tanto in una dimensione di accompagnamento alla crescita, quanto di facilitazione del benessere. Non corregge né cura, non insegna né ammaestra, ma, a partire da un disagio, da una difficoltà, facilita l’autoapprendimento delle modalità per far fronte alla situazione problematica e stabilire un nuovo equilibrio. Lo scopo  è e rimane in qualunque età e in qualunque momento quello di stimolare la persona a scoprire in se stessa lo proprie potenzialità e sviluppare abilità e disponibilità.

 

 

La nascita della Pedagogia Clinica

 

A Firenze nel 1974 presso il Centro Studi Antiemarginazione, gli ortopedagogisti guidati da Guido Pesci decidono il passaggio dall’«ortopedagogia» alla «Pedagogia Clinica». Questo è l’atto di nascita della nuova disciplina che si consolidò con la genesi del Movimento dei Pedagogisti Clinici la Pedagogia Clinica che nel 1997 si costituì in associazione, fondando l’ANPEC – Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici.
La formazione per la professione di Pedagogista Clinico si è arricchita di metodi e di tecniche tratti da una rigorosa ricerca scientifica operata dall’ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca di Firenze, unico ente riconosciuto dall’ANPEC. È così che gli iscritti all’ANPEC sono gli unici autorizzati, in virtù di accordi specifici con i proprietari e/o i titolari dei diritti di utilizzo, ad utilizzare i marchi e i brevetti di metodi e tecniche apprese durante la formazione in pedagogia clinica, una autorizzazione ovviamente vincolata alla permanenza dell’iscritto nell’elenco dei Pedagogisti Clinici tenuto dall’ANPEC, garante di fronte ai cittadini della condotta professionale e dell’aggiornamento dei professionisti iscritti.

 

 

Metodi e tecniche d’intervento pedagogico in aiuto alla persona

 

Molti sono i metodi che l’ANPEC, attraverso la formazione dell’ISFAR, assicura ai propri iscritti. Tra questi si ricordano il metodo SELF per il risveglio delle abilità nell’autonomia e coscienza di sé, l’MPI® (Memory Power Improvement) per l’attentività e la mnesi, il metodo BonGeste per la grafo-espressività, il Prismograph® per educare al segno grafico, l’EUcalculia® per le abilità logico matematiche, il metodo Writing Codex® per la codifica scrittoria (ortografia), l’Educromo® per la decodifica scrittoria (lettura), la Semiotica Senso-Percettiva per facilitare l’interazione, il metodo Edumovement® per le esperienze organizzativo motorie, i tanti metodi rivolti all’ascolto, all’espressività e alla comunicazione orale come Ritmo Fonico, Coreografia Fonetica, Vibrotattile e Linguaggio-Azione. Oltre a questi non possono essere dimenticati l’InterArt® per lo sviluppo della creatività e il metodo Musicopedagogia® per la facilitazione delle modalità interattive attraverso la sonorità e la musica. Non meno importanti tutti quei metodi che educano all’esplorazione del corpo quali il Discover Project®, il Trust System®, il TouchBall® e il BodyWork®.
Vi è poi il metodo Training induttivo per favorire il rilassamento e dei metodi che si richiamano alla Pedagogia Fantasmagorica®: Psicofiabe®, Picturefantasmagory®, ClinicMentalPicture®, Cyberclinica® per favorire nuove disponibilità relazionali. Completa e allo stesso tempo “coordina” il tutto il metodo Reflecting®, utilizzato per favorire l’evoluzione positiva e per stimolare la riflessione.

 

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