Il Metodo BodyWork® e la Pedagogia Clinica

Le potenzialità della Pedagogia Clinica nell’aiuto alla persona in un articolo del Prof. Dott. Guido Pesci. L’approfondimento si concentra su uno dei tanti metodi esclusivi che il Pedagogista Clinico® apprende nella sua formazione: il Metodo BodyWork®.
La Pedagogia Clinica e i suoi metodi
Come ripetiamo spesso il Pedagogista Clinico® si indirizza al vasto panorama dei bisogni della persona con l’intento di soddisfarli con modalità educative indispensabili al rafforzamento delle capacità individuali e al progresso culturale e sociale. L’accezione di “clinico” in estensione alla pedagogia definisce la finalità educativa come azione umana di aiuto alla persona e al gruppo.
L’intervento pedagogico clinico è condotto con stile dialogico suffragato da scambi interattivi simpatetici, sostenuto da metodi e tecniche integrate, idonee per far acquisire alla persona abilità, prendere coscienza e conoscenza delle proprie esigenze, affinare potenzialità di sviluppo, prevenire o vincere ogni svantaggio.
Il pedagogista clinico nell’affrontare i compiti educativi non impiega i metodi con applicazione meccanica, bensì li sviluppa con un’attività di organizzazione e di liberazione delle energie, con sforzo inventivo, con cui amplia o restringe l’orizzonte di esperienze della persona al più alto grado possibile delle sue attitudini. Quella pedagogico clinica è quindi un’educazione che è un fatto di creazione e non di impiego automatico di norme e di regole secondo un procedimento prestabilito, essa chiede la scelta dei mezzi, la qualità del processo e dei risultati educativi, con il merito di conseguire un’educazione efficace, raggiunta con una pratica metodologica non cristallizzata in routine, bensì organizzata in spiralizzazioni dinamiche e flessibili, indispensabili per rispondere ai reali molteplici bisogni.
Di tutto l’importante ventaglio di metodi e di tecniche a disposizione del pedagogista in aiuto alla persona (clinico) vorrei in questa sede approfondire il Metodo BodyWork®, che fa parte, assieme al Trust System®, al Discover Project® e al Toych-Ball®, dei metodi dialogico-corporei. Il dialogo corporeo in Pedagogia in Aiuto alla Persona (clinico) definisce i privilegiati momenti dedicati alla conoscenza e allo scambio attraverso il contatto corporeo, che consentono di far vivere alla persona situazioni di interazione utili. La finalità pedagogico clinica dell’azione sull’uomo trova nel dialogo corporeo le condizioni per affermare che ogni dialogicità con il corpo chiede un’esperienza vissuta e sviluppa risposte rese sempre più soddisfacenti da un modo di essere e di agire duttile e adattabile; un dialogo che dispone il soggetto a esplorare lo scenario dell’universo del proprio corpo, originando conoscenza e impressioni sul governo delle idee. A questo scopo in Pedagogia Clinica/Pedagogia Aiuto alla Persona vengono utilizzati dei metodi che si basano sulla tattilità, sulla contrazione e decontrazione muscolare, sulla mobilizzazione ritmica, allo scopo di promuovere la ricerca di un contatto per esplorare il proprio corpo, riscoprire nel piacere la propria topografia corporea, conoscersi e riconquistare il benessere fisico e psichico.
Il Metodo Bodywork®
La ricerca in pedagogia clinica, destinata all’educazione della persona e a risultati pratici nella sua vita sociale, ha saputo formulare molte modalità di azione. Tra queste il BodyWork® si avvale delle percezioni recettive e comunicative tattili, che costituiscono il nucleo di informazioni intero-proprio ed esterocettive, capaci di promuovere una adeguata conoscenza e padronanza del corpo. Un metodo dialogico-corporeo che non si limita a realizzare uno stato di détente muscolare né intende “guarire” bensì si rivolge al sentirsi e parteciparsi, all’educazione dell’immagine percepita della propria geografia e topografia corporea affinché essa possa essere rappresentata agli altri.
Al tatto, il primo fra tutti i nostri sensi, in quanto capace di offrire all’individuo la possibilità di vedere senza guardare, di sentire senza ascoltare, per questa sua enorme importanza nella vita dell’uomo, spetta un peculiare riguardo e una educazione che intenda cogliere reali obiettivi non potrà continuare a limitare la conoscenza su questo importante aspetto. Le stimolazioni tattili assai bene riescono a far dialogare l’uomo con il proprio il corpo “oggetto”, ma anche con il corpo “soggetto”, a fargli avere coscienza di essere un corpo e di vivere e comunicare con esso.
La sperimentazione ha confermato il particolare valore di questa mediazione non verbale, una dimensione educativa basata su uno status d’accoglienza attraverso la corporeità, definito da costanti operative e relazionali organizzate nel metodo BodyWork®. Un metodo che per mezzo della tattilità garantisce alla persona disponibilità e piacere ad abitare positivamente il proprio corpo fino a renderlo dialogante e disponibile allo scambio.
La persona ha bisogno di conoscersi, di appartenere a se stessa, di sentirsi, percepirsi, ri-coniugare ogni parte in un tutto unico fino a rendere vivo il proprio corpo: questo può essere offerto per mezzo delle stimolazioni del BodyWork®.
Si tratta di un dialogo tattile con funzione socializzatrice e arricchente fatto di preziosi effleurages, parole tattili, che sollecitano sensazioni efficaci, forme di comunicazione non verbale importanti e piacevoli, fino a rendere più felici e disponibili.
Conoscersi per l’individuo significa saper definire i propri contorni, entrare in confidenza e in sintonia con se stesso, scoprire la propria identità corporea.
Le parole tattili di questo metodo nutrono con efficacia il “fuori” con altrettanta cura del “dentro”, così come dal centro all’esterno fino a rendere il corpo armonico dialogante, disponibile allo scambio e all’espansione di sé.
La tecnica del BodyWork®
La dialogicità corporea richiesta dal BodyWork®, promuove la ricerca di un contatto, un dialogo in cui siano assenti la fretta e la meccanicità dei gesti.
Appena le mani dello specialista raggiungono la persona senziente, si origina il senso trasduttore dei segni lasciati dalla mano, i quali irradiano in tutto l’organismo un piacevole giovamento generale, un alto grado di fiducia, tranquillità e sicurezza. Si tratta di contatti fisici, manipolazioni tissutali che offrono a un tempo l’opportunità di un giudizio demografico, topografico e temporo-spaziale.
Sulla superficie del corpo si attiva la comunicazione e poiché le stimolazioni tattili devono lasciare una traccia, un’impressione piacevole, i movimenti saranno armonici, uniformi, realizzati senza fretta, per garantire la definizione del contatto e creare una sensazione e una conseguente percezione in estensione del piacere in ogni altra parte del corpo.
Con il procedere della tecnica le mani dello specialista in un primo momento rassicurano, poi incoraggiano, accompagnano, si muovono in sincronia, fermandosi più a lungo sui settori, connotano quanto il corpo trasmette e svela e agiscono con una pressione conseguente.
Le modalità operative sono varie, sono previsti il contatto simultaneo dei polpastrelli dei due pollici e un loro movimento sincronico, nonché movimenti simultanei, sincronici e alternati dal centro verso la periferia, che consentano alla persona una costante lettura del proprio asse corporeo, rintracciabile come centralità, movimenti rotatori del dorso della mano in evoluzione centripeta e centrifuga ecc.
Il dialogo è caratterizzato dalla lentezza, dall’armonia, dalla sincronia e ritmicità dei movimenti, dall’entità pressoria e dal mantenimento costante del contatto per ovviare al senso di abbandono.
La persona si trova inizialmente in posizione di decubito dorsale, i risvegli e le conoscenze, i nutrimenti tattili, seguono una topologia a partire dal cuoio capelluto per investire ogni area del corpo, con un ordine di successione che le permetta una riflessione su se stessa, sul proprio schema corporeo fino ad agire un’immagine di sé completa.
La posizione in decubito dorsale lascia poi il posto al decubito ventrale, un rivolgersi a ciò che è “dietro”, di solito meno sentito, conosciuto e partecipato rispetto ad altre aree corporee.
Un complesso di movimenti caratterizzati da armoniche ritmicità, prese, pressioni e scivolamenti, laterali e bilaterali, avvolgimenti, divaricazioni, rotazioni direzionate e contrapposte, moti alternati, distanziati, avvicendati, abilità che possono essere soddisfatte solo da una formazione che aiuta e facilita l’esplorazione, con cui è possibile originare esperienze in un clima capace di accogliere e rigenerare.
Ottimo metodo, ma non da solo
Il pedagogista formato per intervenire in aiuto alla persona (clinico) è un professionista del settore socio-educativo, pertanto non corregge né cura, non insegna né ammaestra, ma facilita l’autoapprendimento dei modi per far fronte alla situazione problematica e stabilire un nuovo equilibrio, creando un “ambiente” che accompagni spontaneamente la persona verso il suo cambiamento. Per far questo non propone, nel suo fare professionale, un metodo alla volta né crede che un solo metodo della sua valigia professionale possa raggiungere gli obiettivi di cambiamento. Ogni metodo, ogni tecnica desunta dal metodo, viene proposta in sinergia con altre, secondo una spiralizzazione dinamica dell’intervento capace di tenere contemporaneamente presenti più aspetti. Così al BodyWork® potranno essere associate tecniche e attività desunte dagli altri tanti metodi che compongono il bagaglio formativo del pedagogista in aiuto alla persona (clinico) e che potranno garantire risposte agli aspetti desunti dalla verifica delle PAD Potenzialità Abilità e Disponibilità.
Vuoi diventare Pedagogista Clinico®? L’autore Prof. Dott. Guido Pesci è il Direttore scientifico della Scuola internazionale di Pedagogia Clinica ISFAR. La Scuola è fondata sui principi ispiratori da lui formalizzati nel 1974 e viene attivati ogni anno in tutta Italia. ISCRIZIONI APERTE! Leggi le recensioni qui: http://bit.ly/2iqXcLy