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Disegno onirico: metodo, teoria della tecnica e applicazioni

Il contributo, a cura del Dott. Simone Pesci è un estratto dell’articolo “Per una rilettura in senso cognitivo-costruttivista del Disegno onirico” apparso sulla Rivista Nuovi Orizzonti n°9 (2013). Nella seguente presentazione approfondiremo:

  • Il Metodo: origini e riferimenti teorici
  • Teoria della tecnica
  • Campi applicativi del Disegno Onirico

 

Il Metodo: origini e riferimenti teorici

Il Disegno Onirico è un’elaborazione che i Prof.ri italo-argentini Maria Grazia Dal Porto e Alberto Bermolen hanno messo a punto, attraverso gli anni, partendo dal disegno automatico di Abel Rag­gio. È una modalità proiettiva di contenuti ed espressioni profonde secondo la quale, seguendo la consegna suggerita, vengono portate alla luce alcu­ne “zone” del nostro mondo interiore con gli stessi meccanismi dei sogni. Attraverso la rappresentazio­ne grafica la persona può esprimersi liberamente, in modo diretto e con minor controllo cosciente, il di­segno viene realizzato in un campo visivo nel quale elementi ludici e creativi si congiungono, allonta­nando il pensiero semantico a favore di processi pro­cedurali automatici.
Il Disegno Onirico si ispira alla visione dell’arte del Surrealismo per la quale l’artista, libero dal dover riprodurre la realtà esterna, esprime una dimensione archetipica, individuale e collettiva. È proprio da questa corrente artistica che nel Disegno Onirico vie­ne attribuita molta importanza all’automatismo, mo­dalità che permette di rompere le stereotipie estetiche e di andare oltre il livello della coscienza e del pen­siero razionale per esprimere in forma simbolica una realtà più profonda.

 

 

Teoria della tecnica

Per ciò che riguarda gli elementi fissi del metodo, che pur rimane un metodo assai duttile e aperto alla creatività, si possono mettere in evidenza l’utilizzo della musica, i materiali, le consegne e la struttura­zione generale di applicazione.
La musica, generalmente barocca o new age, è il sot­tofondo ideale che accompagna la realizzazione gra­fica grazie al suo forte valore induttivo che contri­buisce a creare un’atmosfera distensiva e accoglien­te. Per colorare si adoperano esclusivamente pastelli a cera che, per la loro malleabilità e morbidezza, consentono una più ampia gamma d’espressione; i fogli devono essere bianchi e avere dimensioni 60×40 cm. La consegna, prevalentemente inspirata a sim­boli archetipici di derivazione teorica junghiana, coadiuvata dall’azione stimolante della musica, è lo strumento che contribuisce a mettere la persona in contatto con la propria interiorità. Nel Disegno Oni­rico, attraverso la consegna, la produzione avviene in modo involontario, automatico, dando la possibi­lità ai contenuti psichici di manifestarsi: così, un semplice stimolo mette in atto un processo profondo che si palesa attraverso immagini simboliche.
Una particolarità del metodo, inoltre, è rappresentata dal fatto che per quasi tutte le consegne Dal Porto e Bermolen suggeriscono di far disegnare per prima cosa una cornice al foglio, indispensabile “per met­tere ordine al caos dell’inconscio” (Bermolen e Dal Porto, personal comunication, 4 gen. 2002).
Per quel che concerne l’applicazione pratica vi si pos­sono riconoscere tre momenti fondamentali:

  • il “ri­scaldamento”, quando la persona ascolta o si muove con la musica di sottofondo;
  • la “proiezione automa­tica” sulla carta a partire dalla consegna;
  • la “condivi­sione” finale, detta anche “fase dei commenti”.

 

 

Campi applicativi del Disegno Onirico

Come ben ricordano Bermolen, Dal Porto e Moretto tutte le consegne sono semplici e possono es­sere adoperate da una pluralità di figure professio­nali, soprattutto se l’obiettivo non è di svelare con o alla persona il significato profondo, per il quale, in­vece, occorre una competenza prettamente psicolo­gica. L’applicazione pedagogica infatti si esaurisce o viene semplicemente soddisfatta con la realizzazione dei disegni cui può seguire o meno una condivisione tesa soprattutto ad uno scambio di impressioni sui contenuti manifesti.
Il Disegno Onirico può essere utilizzato con persone di qualsiasi età, a partire dai due tre anni ovvero dalla conquista della funzione simbolica. È uno stru­mento assai proficuo con il bambino, abituato per convenzione a giocare con fogli e strumenti trac­cianti, ma anche con l’adulto che, data la specificità del metodo, trova abbastanza facile affidarsi. Il Dise­gno Onirico, inoltre, può rappresentare una buona modalità di conduzione di gruppi, per i quali si pos­sono strutturare anche consegne di tipo collettivo, oppure può essere applicato in setting individuali nei quali il momento della condivisione assume un va­lore altamente relazionale.

 

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