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#1 L’Insegnante Pedagogista Clinico® per far apprendere lettura, scrittura, matematica

A cura del Prof. Dott. Guido Pesci un approfondimento sulla figura dell’Insegnante Pedagogista Clinico®. Per tre settimane pubblicheremo tre articoli che faranno luce sui metodi di intervento del professionista in contesti di apprendimento didattico.

 

 

L’insegnante Pedagogista Clinico: una risposta di successo ai bisogni educativi degli allievi

 

Tra il 1970 e il 1980 gli insegnanti partecipavano attivamente ai congressi presentando i risultati delle loro ricerche. Poi c’è stato un periodo “buio”, purtroppo. Però è qualche tempo che si assiste ad un risveglio di nuovi e significativi interessi. A questa nuova partecipazione hanno contribuito anche i Pedagogisti Clinici che, anziché porre al confino in un banchino l’allievo su cui disporre i materiali per esercitarsi, antepongono una didattica sostenuta da una concezione di tipo globale, con lo scopo di agire sullo sviluppo funzionale ed energetico affettivo dell’allievo attraverso il movimento. Gli Insegnanti Pedagogisti Clinici, infatti, promuovono quel complesso di efficaci attività, piacevoli, stimolanti, gradite, ricche di potenzialità, suscettibili di varianti capaci di creare un ambiente vivo, lontane dall’ancora troppo radicato criterio di cercare altrove, magari in schede precompilate, la risposta necessaria ai bisogni educativi degli allievi.
L’offerta educativa dell’insegnante Pedagogista Clinico®, condotta nel rispetto delle potenzialità, abilità e disponibilità, persegue, invece, il successo formativo di tutti gli allievi, con attenzioni positivamente creative che si trasformino in esperienze capaci di valorizzare le attitudini individuali e garantire un favorevole clima emozionale ed affettivo.

 

 

Far apprendere la lettura

 

L’insegnante che ha fatto un percorso post-laurea per acquisire i principi e i metodi della Pedagogia Clinica assume abilità che gli permettono di fare accedere l’allievo senza affanni all’apprendimento della lettura, ossia saper decodificare un testo a voce alta oppure silenziosamente, senza errori, con abilità espressiva, rispettando la punteggiatura, raccontare e riassumere i contenuti. Un atto assai complesso quindi affidato alle abilità espressivo elocutorie e percettive, abilità nell’organizzazione e nell’orientamento spaziale, strutturazione ritmica e spazio-temporale, organizzazione dello schema corporeo e definizione della lateralizzazione, equilibrio emozionale affettivo, disponibilità nella relazione; un elenco certamente incompleto, ma che aiuta a comprendere l’impegno elaborativo che si chiede all’ allievo nel leggere.
È per aiutare l’allievo a rispondere a questa complessità di elaborazioni che l’insegnante Pedagogista Clinico® anziché utilizzare i metodi di “potenziamento cognitivo” con software compensativi o programmi per tablet, coinvolge l’allievo in esperienze basate sulla traduzione di ogni particolare aspetto rappresentato dall’ambiente, fondate sul sincronismo fra ritmo e movimento, l’espressività corporea e lo scenario della propria corporeità, premesse per l’accesso al simbolo alfabetico.

 

 

Metodi di intervento: lo spazio, il movimento, il ritmo, l’espressività corporea

L’intervento del professionista Pedagogista Clinico consente al soggetto di raggiungere una figurazione del movimento dell’espressività del corpo in un succedersi di moti nello spazio, di percepire forme e ritmi, di orientarsi figurativamente nella molteplicità dei codici topografici in cui può rappresentarsi. Codifiche e decodifiche di un corpo che parla con figurazioni diverse attenute nel muoversi sul proprio asse, nel promuoversi in postura e con lo spostamento nello spazio, un corpo dinamicizzato per leggere su di sé ogni rappresentazione cinestesica e lasciarne traccia. Vissuti ludici su base propriocettiva sostenuti dal dinamismo respiratorio, dalla costruzione ritmica, dall’esecuzione di forme spaziali e da spazi di relazione, repertori che dalla coscienza di sé, trovano occasione per arricchire la comunicazione silenziosa e verbale. In una cornice di spiralizzazione l’insegnante Pedagogista Clinico® andrà a proporre una lettura con diverse cromaticità di segni e forme, quindi di lettere con grandezze differenti e con diversi andamenti geometrici e ondulatori che l’allievo dovrà decodificare mentre gli viene richiesto di sostare in diverse posture rispetto al testo, con variazione di toni, di altezze e modulazioni diverse.
Il repertorio scritto nero su bianco, rivolgendosi al termine dell’esperienza, sarà esposto dall’insegnante Pedagogista Clinico® al centro del foglio, poggiato a sua volta su di un leggio come una partitura che eseguirà in base alle sue intenzioni espressive. Un complesso di attenzioni che incontrano interessi, piacere e soddisfazione e generano intenzionalità.

 

 

Il perché di una formazione in Pedagogia Clinica per gli insegnanti

Ecco perché un insegnante dovrebbe fare una formazione in Pedagogia Clinica.
La formazione in Pedagogia Clinica permette all’insegnante di liberarsi da ogni meccanicismo e di infrangere il diaframma che le impedisce di vedere oltre la valenza intellettiva anche quella affettiva, di evitare che l’allievo si senta colonizzato dagli oggetti didattici, di uscire dal grigiore dell’istruire per una cromaticità educativa favorita da un autentico scambio di esperienze. Percorsi in dinamica che, partendo dalla concezione unitaria e integrale della persona, sono capaci di situazioni e vissuti polimorfici originati da un mosaico, che porta alla coscienza del corpo e alla padronanza costante di ogni espressività in senso creativo e sociale.

 

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