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Metodi e tecniche riabilitative in azione: la storia di Azzurra

Conoscere e saper utilizzare le tecniche riabilitative capaci di soddisfare i bisogni di chi chiede un aiuto o una consulenza è fondamentale per ogni professionista clinico e sanitario. Il corretto utilizzo dei metodi a nostra disposizione può determinare l’esito positivo dell’intervento, come nel caso raccontato dal Dott. Simone Pesci, Psicologo e Psicoterapeuta

 

 

Azzurra, una bambina di 6 anni, si è presentata in studio accompagnata dai genitori per problemi di attenzione e per una valutazione preventiva delle capacità negli apprendimenti curriculari, in specie quelli logico-matematici. Al fine di conoscere le sue specificità, le potenzialità e le difficoltà abbiamo deciso, in conformità alle indicazioni della Consensus Conference e delle Linee guida da essa scaturite, di condurre una diagnosi che, oltre agli aspetti anamnestici e psicomotori, prendesse in esame le specifiche abilità negli apprendimenti, gli aspetti legati alla grafo-percezione, alla memoria, all’attenzione e alla concentrazione, gli aspetti cognitivi, oltre a quelli personologici e relazionali.

 

 

Cenni anamnestici, Osservazione e Assessment Psicomotorio

 

Secondogenita di due fratelli maschi più grandi di lei (rispettivamente 14 e 10 anni di età), è nata da gravidanza pianificata e fisiologica, con parto naturale senza complicanze peri e post natali riferite. Ha frequentato la scuola dell’infanzia, periodo nel quale le educatrici, almeno inizialmente, osservavano una mancanza di autonomia e una propensione ad isolarsi. Oggi la bambina frequenta una classe composta da 20 alunni, in prevalenza femmine. Ha un piccolo gruppo di amiche, ma non sembra riuscire ad allargare facilmente il gruppo di riferimento.
A quanto riferito ha un buon addormentamento con qualche sporadico risveglio anticipato; una alimentazione regolare; non sembra manifestare alcun sintomo di tipo fisico. Una visita specialistica ha escluso problemi di visione.
La bambina appare timida, sebbene sia vigile, presente e attenta durante i colloqui che partecipa senza cadute in attenzione o manifestazioni ipercinetiche.
La bambina presenta qualche difficoltà nell’equilibrio statico ad occhi chiusi, alterazioni del dinamismo respiratorio (espulsione rapida, difficoltà nell’organizzazione cinetico-respiratoria, 33 atti respiratori al minuto con ritmo irregolare), ha uno scarso tono d’azione. Uniforme è la distribuzione tonica fra emisoma destro e sinistro; buoni il fixage oculare, la singolarizzazione delle dita, il ritmo e la ritmo-spazio-temporalità e l’inseguimento visivo. Nell’imitazione di gesti ha la propensione a imitare a specchio e dimostra qualche esitazione. Dominanza laterale sx per l’occhio, dx per piede, mano e orecchio.

 

 

Sintesi psicodiagnostica

 

A seguito della diagnosi è stato possibile formulare le seguenti conclusione psicodiagnostiche:

“La ragazza presenta una intelligenza media. Possiede una buona grafia, sa ben tenere l’oggetto tracciante, è fluida e coordinata, sebbene eserciti una pressione a tratti eccessiva sul foglio. Commette alcuni errori sistematici, ma nel complesso la codifica scrittoria nella componente ortografica è adeguata all’età e alla classe frequentata. Le abilità grafo motorie risultano in linea con lo sviluppo cognitivo.Le abilità di decodifica scrittoria sono in linea con le attese. Quanto agli aspetti logico-matematici la prestazione è più che adeguata alla classe frequentata. Nell’area delle funzioni esecutive si registrano segni di faticabilità e difficoltà nella memoria a breve termine. Sono buone, sebbene vi siano sporadiche eccezioni, le abilità di attenzione sostenuta e prolungata, e l’attenzione selettiva. Da un punto di vista psicomotorio sono da evidenziare la non del tutto adeguata percezione dello schema corporeo, le difficoltà nell’organizzazione cinetico-respiratoria, le note ansiose da perdita di controllo sull’ambiente e lo scarso tono di azione. Vi sono note ipercinetiche soprattutto quando si sente in difficoltà emotivo-relazionale. Per quanto attiene agli aspetti personologiche e caratteriali si rilevano insicurezza, timidezza, scarsa autostima e ansia. Vuole dimostrare le proprie abilità e qualità, ma sente di non avere tutti i mezzi necessari per farcela da sola. Parallelamente sente di non essere compresa pienamente per come è e di doversi controllare per conformarsi alle aspettative dell’altro al fine di mantenersi in relazione.
Al momento non si riscontrano elementi predittivi di difficoltà nosograficamente classificabili secondo la decima revisione della classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati (ICD-10) come Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche (F81) né si giustifica l’inquadramento categoriale nelle sindromi ipercinetiche (F90). Tuttavia il quadro clinico presenta delle difficoltà che possono frenare la manifestazione delle potenzialità e delle disponibilità, pertanto si suggerisce un intervento clinico e attenzioni pedagogiche e didattiche tese a consolidare e migliorare gli apprendimenti curriculari, gestire gli aspetti emotivo-affettivi e promuovere un sereno rapporto con la scuola”.

 

 

L’intervento clinico

 

Con Azzurra l’intervento ha avuto la durata di un anno/un anno e mezzo. Gli incontri, a frequenza settimanale, sono stati partecipati con interesse ed entusiasmo. A cadenza regolare sono stati realizzati incontri con tutti i componenti famigliari al fine di condividere le modalità e i risultati dell’intervento e fornire indicazioni utili ai genitori. Trascorso un anno, abbiamo continuato gli incontri a cadenza quindicinale per promuovere un consolidamento degli effetti. Finito il percorso di aiuto ci siamo rivisti con Azzurra per due controlli a sei e dodici mesi.
Il percorso clinico ha voluto promuovere lo sviluppo della strutturazione dello schema corporeo, il consolidamento/rinforzo delle capacità attentive e mnestiche, il potenziamento delle abilità espressivo-elocutorie e di organizzazione cinetico-respiratoria, potenziare il senso di autostima e autoefficacia, modulando così le note ansiose.
Il progetto clinico ha tenuto presenti modalità e metodologie, inserite in un contesto di relazione e scambio intersoggettivo, per la riscoperta della topografia corporea, per vissuti propriocettivi e per la riscoperta di sé (ad es. metodi: Jacobson, Wintrebert), metodi per ritrovare nuove e diverse abilità e disponibilità, ristabilire un equilibrio psicofisico e psico-emozionale, per ritrovare fiducia in sé (ad es. metodi: Psicofiabe®, Psicocibernetica), ed esperienze utili al rafforzamento delle funzioni esecutive e agli aspetti psicomotori di tipo funzionale (ad es. metodi: Orlic, BonDepart, Martenot e altri metodi ergoterapici adattati).

 

 

Conclusioni

 

Al termine del percorso di aiuto la bambina ha dimostrato di aver conquistato una maggiore serenità e efficacia non soltanto nell’ambito scolastico.
È migliorata nell’equilibrio statico, è riuscita a modulare il tono muscolare, è più organizzata, anche da un punto di vista cinetico-respiratorio; più attenta e concentrata. Da un punto di vista corporeo le incertezze e gli impacci hanno lasciato spazio a una condotta efficace ed efficiente, funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Anche l’autostima e il senso di autoefficacia sono migliorati tanto che Azzurra è stata in grado di allargare le proprie amicizie e di rispondere con migliori abilità ai compiti scolastici, una scuola che ancora oggi vive con tranquillità ed entusiasmo.

 

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