Sostegno Piscologico e lutto: 5 risposte per una modalità di intervento professionale
Con l’aiuto dei nostri esperti, docenti delle formazioni specifiche, abbiamo cercato di rispondere pubblicamente a 5 delle numerose domande che ci vengono rivolte in privato sul Sostegno Psicologico e sull’applicazione del Sostegno Psicologico nel Lutto
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Si può fare Sostegno Psicologico anche se non si è fatto una scuola di Psicoterapia?
Certo. Si tratta di due modalità di intervento completamente differente sia per obiettivi che per i modi. Il Sostegno Psicologico è una delle azioni professionali proprie dello psicologo, la psicoterapia è una attività riservata a coloro che hanno concluso una specializzazione ad hoc.
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Sostegno Psicologico equivale a “saper ascoltare”?
Neanche per sogno. Il Sostegno Psicologico è una attività professionale specifica e complessa. È un intervento finalizzato a sostenere la persona nell’espressione di ciò che sente e pensa di una situazione che non può essere modificata. Per fare Sostegno Psicologico bisogna conoscere le implicazioni pratiche della teoria e dei modelli epistemologici che si prendono a riferimento; saper condurre una relazione capace di far esplicitare i vissuti, incrementare le abilità metacognitive, innescare il processo di assimilazione della situazione problematica; saper stare con il dolore creando una relazione fortemente empatica, contenitiva e non giudicante che possa rispondere all’urgenza emotiva portata dalla persona.
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Devo aprire uno studio per fare Sostegno psicologico?
Non necessariamente. Il Sostegno Psicologico è un tipo di intervento non duraturo, non delimitato temporalmente, che risponde ad un problema vissuto dalla persona come urgenza emotiva e come qualcosa che non è possibile modificare. In un letto di ospedale, in un ambulatorio, in cooperativo (o in uno studio professionale) ecc. si possono attuare interventi di Sostegno Psicologico, ricordandosi che questo tipo di attività non è riconducibile ad un mero ascolto (per quanto attivo) né soltanto ad uno stare vicino.
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Quali sono gli ambiti di applicazione del Sostegno Psicologico?
Tutto ciò che è inevitabile o non modificabile e che ha un impatto emotivo sulla persona molto forte costituisce l’oggetto di un Sostegno Psicologico. Tutto ciò che in qualche modo è vissuto come perdita sia quando l’evento è già accaduto sia quando è imminente (lutto per morte, perdita di lavoro, separazione, lutti anticipatori, trasferimenti ecc.) può essere vissuto con profonda sofferenza tale da richiedere l’intervento specialistico di uno psicologo. Lo psicologo, a seguito dell’analisi della domanda, saprà capire se il problema è vissuto come urgenza emotiva oppure come qualcosa a partire dal quale fare chiarezza sull’intero sistema di funzionamento: in un caso si farà Sostegno, nell’altro Psicoterapia.
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A seguito della morte di un familiare serve un Sostegno psicologico?
Non sempre. Diciamo che il processo di elaborazione del lutto è fisiologico, cioè tutti noi siamo programmati per non farsi bloccare dai lutti che, evidentemente, non sono per natura evitabili. Alcuni riescono da soli ad attivare questo processo di elaborazione di fronte alla perdita: soffrono il dolore della ferita, riescono a farla risarcire e trovano un modo per averla sempre con loro sotto forma di cicatrice. Per altri il dolore è talmente forte, persistente e invalidante che una psicoterapia può aiutare a innescare un cambiamento a partire dalla perdita, la quale ha stravolto l’intero funzionamento della persona.
In altri casi il lutto è una esperienza molto dolorosa per la quale la persona sente la necessità di essere accompagnata oltre il dolore: in questi casi il Sostegno Psicologico è l’intervento giusto.
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