3 regole d’oro per scrivere e realizzare un progetto pedagogico clinico
Come costruire e realizzare efficacemente progetti pedagogico clinici? Come ascoltare le reali esigenze della persona? Quali strumenti usare? Un articolo utilissimo a cura del Dott. Carlo Matteo Callegaro, docente della formazione ISFAR Progettare interventi pedagogico clinici nelle organizzazioni
Per anni si è pensato che un progetto di intervento in una scuola, o in una associazione di volontariato, o in un ospedale purché venga realizzato da un Pedagogista Clinico® si possa definire automaticamente un progetto pedagogico clinico. Non è così!
Perché un progetto pedagogico clinico possa definirsi tale, e quindi rispecchiare la specificità della professione del Pedagogista Clinico®, è importante che segua queste tre regole d’oro:
1) Verifica i bisogni, le disponibilità e le abilità
Prima regola: ogni intervento nasce da un’attenta verifica dei bisogni, delle disponibilità ed abilità dell’organizzazione o gruppo soggetto di intervento. Il Pedagogista Clinico® non predispone progetti di intervento standardizzati o pre confezionati. Al contrario effettua un’attenta lettura dei bisogni, delle disponibilità al cambiamento che l’organizzazione o il gruppo abbisogna; così come delle già presenti abilità. Questa modalità di procedere è garanzia, per l’organizzazione o gruppo, di disporre di un percorso in grado di soddisfare gli effettivi bisogni di questi. Un intervento modulato a propria misura e taglia. Troppo spesso si realizzano interventi perché il formatore conosce quell’argomento o quelle tecniche, ma non è detto che siano adeguate alle esigenze del gruppo. L’organizzazione o il gruppo è al centro dell’intervento pedagogico clinico, non il professionista.
Certo è che le modalità di realizzazione della verifica delle disponibilità e abilità si dovranno modulare sulla base del tipo di organizzazione stessa. Non si andranno a proporre test o questionari, ma si coglieranno tutte le occasioni possibili per stare in relazione con la direzione, con i potenziali componenti del gruppo e ogni altro soggetto che possa offrire al Pedagogista Clinico© spunti per cogliere informazioni utili alla progettazione.
2) Modula l’intervento sulle esigenze del gruppo
Seconda regola: l’intervento si struttura seguendo i ritmi e i tempi del gruppo e non un programma rigido. L’intervento pedagogico clinico, sia esso offerto al singolo che al gruppo, non è mai un intervento che prevede un programma rigido e scandito da tappe/obiettivi e sotto obiettivi. Si devono offrire stimoli che poi il gruppo elaborerà a proprio modo. Ecco perché è importante definire si degli obiettivi, ma lasciare quello spazio vitale al gruppo per poter crescere secondo i propri tempi e modalità. Il Pedagogista Clinico® può avere una certa sicurezza rispetto alla partenza, ma sicuramente non saprà mai, a priori come si svilupperà nel dettaglio l’intervento.
È indubbiamente più difficile realizzare questi percorsi, perché il professionista non può affidarsi al programma dettagliato che, spesso, serve per contenere le paure e le ansie da prestazione del professionista stesso. Il Pedagogista Clinico® nutre la massima fiducia nel gruppo, nei suoi componenti, e sa che è un semplice strumento a loro disposizione. Egli offre stimoli, sempre aperti, affinché ogni persona possa cogliere ciò di cui ha bisogno in quel momento specifico della propria vita.
3) Usa solo gli strumenti propri del Pedagogista Clinico®
Terza regola: all’interno del progetto si usano solo metodi e tecniche specifiche del Pedagogista Clinico®. Questa regola sembra scontata, ma purtroppo non è sempre stato così. Alcuni colleghi, negli anni passati, hanno voluto applicare modalità di lavoro che esulano dallo strumentario del Pedagogista Clinico®. Purtroppo, il risultato è stato quello di degradare l’intervento ad un’accozzaglia di esperienze che non ha poi portato beneficio al gruppo, o peggio ha creato situazioni di disagio.
Si pensa che si debba cercare fuori dallo strumentario perché ciò che il Pedagogista Clinico® dispone è insufficiente. Ciò è sia vero che falso. È falso pensare che i metodi e le tecniche specifiche della Pedagogia Clinica siano limitate. Al contrario si dispone di una vasta gamma di opportunità da offrire al gruppo. È vero che comunque, come ogni intervento, anche quello pedagogico clinico non può rispondere a tutta la vasta gamma di bisogni del gruppo. Questa regola vale per ogni intervento in aiuto alla persona. Voler a tutti i costi intervenire, anche quando la verifica dei bisogni, delle abilità e disponibilità porta il Pedagogista Clinico® a comprendere che non è il professionista adeguato a quella richiesta è un grave errore.
Ecco che seguendo queste tre regole d’oro il Pedagogista Clinico® può veramente offrire il proprio contributo al gruppo, rendendo efficace l’intervento e permettendo all’organizzazione di crescere.
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