Articoli, Editoria e strumenti

La cura della relazione

Questa storia è stata raccontata da Simona Cibati nel libro scritto a più mani Psicomotricità Funzionale esperienze professionali (2023) e descrive un intervento psicomotorio funzionale con un bambino con diagnosi di DSA Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

 

Franceso

Francesco è un bambino di 9 anni, con diagnosi di DSA Disturbo Specifico dell’apprendimento, frequentante la quarta classe della scuola primaria.

Quando incontro Francesco e la sua famiglia, circa 5 mesi fa, osservo nel nucleo familiare smarrimento e confusione. In maniera molto rapida e sbrigativa riferiscono che il figlio “non sa scrivere” e che i professionisti che girano intorno al circuito del bambino “non sanno lavorare”. Non fanno alcun accenno ad altre difficoltà scolastiche del bambino.

Con il tempo e a seguito di un lavoro di relazione con la famiglia, emergono ulteriori difficoltà degli apprendimenti, come la lettura, unitamente a altre difficoltà non collegate agli apprendimenti scolastici.

 

L’Analisi Psicomotorio Funzionale

Dall’Analisi Psicomotoria Funzionale emerge una veglia, intesa come disponibilità e interesse per l’ambiente, buona. Il bambino è ben disposto alle varie esperienze proposte verso le quali manifesta entusiasmo, voglia di sperimentarsi e di mettersi in gioco.

Le funzioni energetico-affettive e relazionali appaiono quindi funzionali pertanto, nelle situazioni suggerite, cerco di proporre esperienze psicomotorie in grado di nutrire queste funzioni e rispetto

alle quali il bambino possa confrontarsi con intenzionalità, interesse e motivazione.

Francesco mostra maggiore padronanza nelle esperienze che mettono in gioco la motricità globale, meno sulla motricità fine e segmentaria. Manifesta inoltre difficoltà a mantenere un tono adeguato nella grafia e poca adeguatezza nelle esperienze in cui deve mettere in gioco l’inseguimento visivo, l’aggiustamento posturale e delle incertezze nell’equilibrio. Inoltre, nelle esperienze sul ritmo si sono osservate delle incertezze.

A seguito dell’Analisi Psicomotoria Funzionale, propongo al bambino altre esperienze in linea con gli stati di necessità emersi. Nel rispetto di un intervento globale e non parcellizzato e nel rispetto del principio sistemico su cui si basa la Psicomotricità Funzionale®, sappiamo che intervenire su una funzione avrà necessariamente ripercussioni sulla struttura nel suo insieme; nella medesima esperienza, pertanto, si possono rintracciare utili sollecitazioni anche di altre funzioni.

Tutte le esperienze sono pensate per nutrire la funzione relazionale e la funzione energetico-affettiva al fine di sostenere intenzionalità, motivazione e interesse. La stessa esperienza arricchita

con delle variazioni anche per evitare sensazioni di noia che potrebbero inficiare la funzione energetico-affettiva. Con il tempo è il bambino stesso a proporre variazioni o modifiche dicendo “possiamo provare a fare anche così”. Questa modalità propositiva indica, a mio parere, che il bambino è parte attiva del processo.

 

L’intervento

Francesco ha iniziato il percorso di Psicomotricità Funzionale® circa 5 mesi fa e, attualmente, si possono apprezzare dei cambiamenti ragionevolmente riconducibili anche al lavoro che stiamo facendo, l’evoluzione si sta riflettendo anche negli apprendimenti scolastici, confermando che la Psicomotricità Funzionale® rappresenta una garanzia di successo sui DSA: la scrittura sia in stampato maiuscolo che in corsivo appare ora leggibile anche se permangono tanti errori ortografici; ha iniziato a riconoscere l’aggettivo qualificativo all’interno della frase; l’alternanza dei turni sembra raggiunta anche a livello comunicativo. Francesco non interrompe più nei momenti di incontro con la mamma, sa stare in ascolto e i suoi interventi sono inerenti a quello di cui si sta parlando, dimostrando un aumento anche dei tempi di attenzione e maggiore autoregolazione.

 

Oltre le difficoltà scolastiche

Grazie alla cura della relazione, stanno emergendo difficoltà di Francesco anche in contesti extrascolastici, come ad esempio problemi nel controllo sfinterico, immaturità nella gestione delle emozioni: queste difficoltà, inizialmente venivano tenute nascoste a causa di un sentimento di vergogna. La cura della relazione ha permesso di disvelare e affrontare anche questi contenuti scarsamente accettati. Il lavoro psicomotorio funzionale, nella sua accezione sistemica, sta quindi permettendo di intervenire anche su aree non strettamente motorie, ma, come sappiamo, il motorio non è a sé stante rispetto a tutto il resto.

 

Conclusioni

L’efficacia dell’intervento credo sia da rintracciare proprio nel rivolgersi alla globalità della persona, nel non parcellizzarla come può avvenire in approcci che invece seguono un paradigma meccanicistico-riduzionistico. I genitori sembrano più sereni, stanno iniziando a “vedere” il bambino, a comprenderlo e ad accettarlo.

La Psicomotricità Funzionale® sta offrendo a Francesco esperienze in grado di stimolare lo sviluppo funzionale di prerequisiti fragili e di risvegliare nuove disponibilità attentive e di apprendimento.

Tutto questo a partire dalla cura della relazione.

“Il quadro funzionale inizia dall’alto”, è una frase che ho annotato più volte nei miei appunti presi a lezione. Ho potuto comprendere questa frase, scritta qua e là, nella sua accezione più profonda e ricca nel percorso intrapreso con questo bambino. Con Francesco tutto è iniziato “dall’alto”, cioè dalla relazione. La condizione di partenza è stata curare la relazione con lui e con la sua famiglia al fine di stabilire quell’alleanza indispensabile in qualsiasi lavoro di relazioni umane.

 

Questo coinvolgente racconto è frutto della professionalità e dell’amore per la Psicomotricità Funzionale: diventa Psicomotricista Funzionale e amplia le tue possibilità professionali.

Nuovi corsi in partenza: iscriviti subito!

 

Lascia un commento