Il Dott. Prof. Guido Pesci scrive sulla genesi e l’utilizzo del Tales of Sand®, esponendo i principi ispiratori e quelli metodologici del metodo ausiliario del Reflecting®. L’articolo è apparso sul numero 18 della rivista specializzata “Nuovi Orizzonti“
Il potere evocativo della sabbia
Su distese di sabbia cristallina ricoperte di diamanti accarezzati dal sole le persone s’incontrano con grida e danze, sviluppano una libera espressione fino a comunicare le proprie emozioni e il proprio mondo interiore con autenticità. Il Desert Sound a cui si assiste nelle aree desertiche del Sahara libera l’esposizione di sé tradotta nel piacere mediatore tra il pulsionale-sensibile e l’intellettuale, tra l’Io e l’inconscio con un processo d’individuazione in aggiustamento. Per effetto della sabbia l’uomo si libera nella propria creatività e scopre il sé in uno spazio in cui le emozioni possono essere rappresentate, strappandole da vincoli che le imprigionano; sabbia che cancella e si cancella, si scopre e si copre, simbolo di eterna rigenerazione. Del pari il deserto ci attrae perché possiamo goderne il silenzio in cui i sensi diventano più vigili e i pensieri più limpidi e le esperienze più intense.
Ascoltare il silenzio introduce in una nuova dimensione, ispira un nuovo rapporto con la realtà; nel silenzio una fitta trama di rapporti si riaccendono, stimolano la nostalgia dei ricordi, le speranze e gli sprazzi di felicità. Ogni posizione di un granello apparentemente ininfluente ha il compito di mantenere l’armonia, ed in essa si rispecchia la meraviglia e la magia dell’universo. I granelli di sabbia in cui è sepolto il mistero della vita, veicolano, con il loro scenografico spettacolo e l’incantevole silenzio, atmosfere sostenute da inaspettate emozioni capaci di dilatare l’anima e recuperare dalla memoria il lento passo dei ricordi. Tutto questo si rintraccia nel potere generoso della sabbia su cui gli uomini silenziosi del deserto del Sahara, stando seduti in cerchio su distese di sabbia cristallina ricoperte di diamanti accarezzati dal sole, s’incontrano e muovono la sabbia o lasciano tracce libere trace su di essa e, in silenzio riflettono fino a comunicare le proprie emozioni e il proprio mondo interiore e dichiararsi nella loro autenticità, ciascuno, separatamente, con parola parlante e non parlata, quasi osando comunicare le proprie emozioni, il proprio mondo interiore, dichiarare la loro autenticità.
Da tale consapevolezza l’impulso al progetto di ricerca e la prova conseguente di come le mani nella sabbia diano all’uomo l’opportunità di liberare la propria creatività strappandola da vincoli che la imprigionano, dando voce ad emozioni e sensazioni, al piacere e l’efficacia che l’accompagna. Mani nella sabbia che aiutano l’uomo ad imparare il rispetto per la parola, una sorta di monito e di correzione contro parole vuote e chiacchiere prive di senso; un modo per non perdersi in mezzo al deserto, ma per ritrovarsi.
Questa l’esperienza che a seguito di ampie verifiche e sperimentazioni condotte presso il Centro di Ricerca ISFAR-Kromos® ha avuto riconosciuta la validità e tratto il metodo denominato Tales of Sand® (Racconti di sabbia) consolidato come ausiliario nel metodo Reflecting® .
Reflecting®
Il Reflecting basa la sua originalità sul principio di aiutare la persona a riflettere su di sé, sul proprio essere e sul proprio esistere, accrescere e organizzare l’azione del proprio volere, sviluppare i propri pensieri e farne idee forza, liberarsi dalle inquietudini, dalle concezioni confuse che ottenebrano e sviano. La riflessione si sostiene nel Reflecting, regola e indirizza positivamente lo sviluppo del sentimento, il modo di affrontare le cose, di analizzare e interpretare la vita, di vincere gli ostacoli e le contraddizioni, mutandoli in gradini ascendenti su cui muovere verso la conquista di una personalità libera e armoniosa. Riflettere apre nuovi orizzonti, spinge la persona alla necessità e al desiderio di conoscenza, a scandagliare le acque del suo meraviglioso mare intimo e ad analizzare una a una le sostanze che compongono il suo essere e determinano il suo modo di esistere. La riflessione è ciò che di più grande e più idoneo abbiamo per intraprendere l’intima analisi del pensiero che regola la nostra esistenza, le nostre idee, i nostri giudizi, il nostro sentire e i nostri propositi, le nostre risoluzioni e i nostri atti.
Inseguendo questi principi il Reflecting ha sperimentato l’efficacia e l’efficienza dei messaggi-stimolo da utilizzare per stimolare, favorire e incidere sulla disponibilità a riflettere dell’altro: codici semiologici, gesti illustratori, simbolismi delle polarità e delle direzionalità, un ventaglio espressivo-sollecitatorio a cui si aggiunge il limitato, consapevole e specifico impiego dei medium parlanti.
A questo caleidoscopio di sollecitazioni per aiutare la persona o la coppia a riflettere si è aggiunto il prezioso contributo della sabbia; sabbia come agente della riflessione capace di riportare all’esperienza con la matrice terrestre da cui tutto origina e da cui origina la vita, a soddisfare il piacere del manipolare, di godere delle sensazioni tattili di plasticità e morbidezza della sabbia, a favorire il contatto fisico, notoriamente penalizzato in una cultura, come quella occidentale, essenzialmente cognitiva e visiva. Recettori della pelle che, stimolati dagli sfioramenti della sabbia, trasmettono le stimolazioni prima alla corteccia cerebrale, subito dopo al talamo e quindi all’ipotalamo fornendo sensazioni di piacere assai elevati.
Tales of Sand® (Racconti di sabbia)
Il metodo Tales of Sand® si avvale del sicuro rifugio della sabbia di una sabbiera che permette alla persona o alla coppia di entrare in una dimensione immaginale e di riflettere su ogni impronta emozionale e, nel clima di scambio simpatetico, faccia affiorare i segreti che li trascinano a vivere in una condizione conflittuale.
La sabbiera è una cassetta di forma rettangolare di legno di dimensioni adatte a far sostare quattro mani adulte senza che debbano toccarsi, i bordi alti a sufficienza per contenere almeno 15 kg di sabbia e comunque non troppo bassi per evitare il rischio che la sabbia venga sparsa fuori dalla sabbiera. La sabbiera in questo metodo non ha il fondo azzurro come il mare, né le dimensioni considerate idonee per i processi proiettivi e condizione indispensabile affinché il contatto Io-inconscio sia protetto e possa strutturarsi in modo da poter essere assimilato dal paziente e compreso dal terapeuta, e il metodo Tales of Sand® non è stato sperimentato per perseguire una guarigione attraverso il gioco, né per tirar fuori dalle storie rappresentate dal paziente, scaturite dall’inconscio, e riconducibili alle esperienze emotive avvenute nel passato dell’individuo. Anche il gioco della sabbia come esperienza ludica, similmente alla produzione artistica, senza obiettivi psicoterapeutici, ma come occasione di incentivazione creativa condotta con l’utilizzo della sabbia bagnata, non ha alcuna analogia con il Tales of Sand®, metodo che non si sofferma a estimare la grandezza dei corpi rappresentati con la sabbia, se grossi o sottili, se le forme sono regolari, irregolari o caotiche, per come i personaggi sono posti nello spazio, orientati e disposti nella sabbiera, il fare lettura sul modo in cui il soggetto entra in contatto con la sabbia e considerarlo in identità per come è in rapporto col proprio corpo, fino a spingersi a considerare la simbologia geometrica.
Una ricchezza distintiva tra il metodo Tales of Sand® e tutti gli altri metodi è che lo specialista non si ferma a leggere e ancor meno ad interpretare il linguaggio delle mani del paziente e come questo integri quello verbale, e perfino definirne l’entità dell’insicurezza, l’instabilità emotiva, la scarsa affidabilità o comunque la tendenza a nascondere le verità di sé stesso, e pure rivelare i segnali dell’essere metodico, timoroso, sicuro o soddisfatto.
Dinamismo del Metodo
Il Tales of Sand® (Racconti di Sabbia) come ausiliario del Reflecting è utilizzato in Pedagogia Clinica per offrire al singolo o alla coppia l’opportunità di muovere e penetrare le mani nella sabbia dell’ apposita sabbiera e dare inizio in questo campo interattivo alla elaborazione silenziosa della propria invisibile esistenza; sabbiera come campo interattivo tra la persona o la coppia che ha richiesto aiuto e la sabbia.
La sabbia evoca silenzio, una condizione di riposo, di tranquillità, aiuta a emancipare sfumature interiori, ad esplorare ogni dettaglio in modo sempre più ricco e profondo, a fare, sorpresi, un viaggio intimo e personale, un viaggio di scoperta della nostra coscienza e del nostro territorio esistenziale come annunciato dai miti, le leggende e le fiabe, avvertito come rigenerazione.
Addentrati nel prototipo deserto della sabbiera, le persone, presenti in uno spazio di silenzio si aprono e ascoltano le reazioni che nascono dentro di sé, che muovono da un luogo all’altro nella loro vita e commuovono. Le mani frenate nei loro movimenti dai poliedrici cristalli di sabbia, incoraggiano prolungati silenzi, una disponibilità a riflettere, aperti alle sorprese, con ricca generosità e condividere. Nel silenzio pensieri ed emozioni affiorano, l’esperienza si espande, la lettura del diario delle insidie così come di ogni aspetto positivo di sé, nel silenzio del deserto di sabbia si arricchisce l’attenzione e la consapevolezza, che i Tuareg traducono come il mezzo per l’uomo di trovare la sua anima. Le mani si muovono nella sabbiera, spostano i granelli di sabbia che per effetto della vibrazione di volta in volta si accumula nei punti della superficie in cui la vibrazione è nulla, ovvero dove le varie onde si annullano, e muta al variare dello spettro di frequenze vibrazionali, impronte di una danza che con il silenzio lascia che l’identità sia portata in superficie. Tipiche frequenze dei tratti orditori che traducono intenti dichiarativi ed espositivi, aggressivi, concilianti o simpatetici, e che generano informazioni di sé all’altro. Le vibrazioni e le risonanze delle dita e delle mani nella sabbia corrispondono alle rotazioni, accelerazioni, sprofondamenti e accarezzamenti, ai più diversi dinamismi sostenuti dal formulario analogico che scompone e animano la sabbia, l’intenzionalità dichiarativa silenziosa o verbale.
Il movimento delle mani e delle dita produce vari tipi di vibrazione e ogni onda vibratoria è tenuta in vita dal movimento che l’ha generata creando forme informi giacché in continua evoluzione e trasformazione. Un dinamismo che è stato studiato attraverso la cronofotografia che ha permesso di catturare i tempi e le diverse sfumature elaborative e vibrazionali del linguaggio analogico e il rapporto di conversione di queste con la scansione dei movimenti prodotti dalla disponibilità ad esporre le proprie riflessioni.
I pensieri che si raccolgono muovendo le mani nella sabbia, e che come viaggiatori nel deserto trovano cancellati i confini, possono distanziarsi o avvicinarsi, scomparire e apparire tra le dune, perdersi, ritrovarsi e riperdersi o accostarsi e congiungersi. Argomentare con la sabbia permette di sentire, di essere informato dai propri movimenti, traduttori dell’intesa, del dubbio, della negazione, con cui confrontarsi e che aiutano a trovare una diversa e più idonea opportunità di scambio, integrata dalla riflessione che disloca dal silenzio i granelli di dubbio, esposizioni sensibili e precarie, con prospettive di verità non-verità, descrizioni con regole o sovversioni, frenate e ostacolate, per essere o invocate o temute. Si tratta di raccogliere sensazioni di argomenti, consultarli, confronto attivo conflitto che ne emerge il disagio che si manifesta per dover dire una verità scomoda ma efficace per ogni mutazione positiva ritrovare disponibilità dichiarative a se stesso o agli altri divenire con ciò sempre più sincero affrontando una verità mai dichiarata prima.
Un confronto del singolo o della coppia nello spazio condiviso della sabbiera dove si incontrano le diverse verità, che dimensionate dal silenzio e dai preziosi messaggi tattili della sabbia, possono rivolgersi con sorpresa, con uno sguardo nuovo, a ciò che viene incontro, a ciò che abita in noi, che unisce, alla pagina bianca al vuoto illimitato che si spalanca a ogni sostenuta riflessione.
Il viaggio nel deserto di sabbia rappresenta una immensa e sorprendente possibilità, mette in risalto le magie sahariane, la curiosità e quell’assenza di limiti che dal centro riporta a se stessi.
In questo dinamismo che è condizione di scoperta che aiuta a conoscere e a conoscersi, a rintracciare uno stato di disponibilità ai piaceri delle emozioni e dei sentimenti, a ritrovare occasioni di scambio simpatetico, i “Racconti di Sabbia” colgono anche l’obiettivo di raggiungere con il silenzio quella precondizione necessaria e imprescindibile per giungere alla parola parlante e non parlata; non un parlato che interessa le corde vocali più che le sinapsi cerebrali. Il silenzio è l’ascesa della parola, capace di correzione per dare autenticità al linguaggio, liberare le componenti a confronto dalla potenza negativa del linguaggio fatto di parole vuote e chiacchiere prive di senso.
Dalla riflessione l’uomo impara il rispetto per la parola, il rifiuto di atteggiamenti verbali banali e irresponsabili, il disgusto per un parlare degradato e distratto. Il silenzio che la sabbia postula aiuta ad evitare le chiacchiere impiegate per non dire il vero, a sottrarsi dall’utilizzare un linguaggio centrifugato o parole adoperate per creare schock sensoriali.
Il Tales of Sand® è un sicuro ausiliario del Refecting poiché la persona, sollecitata dalle interazioni con la sabbia, fa affiorare alla mente con maggior successo ogni valenza di vita vissuta o comunque sentita, ritrovare l’anello di congiunzione con le radici lontane, delineare e rendere nitide le immagini sfocate, e con ciò rendersi sempre più disponibile a muoversi nella direzione di significativi rapporti sinergici. La riflessione, nel procedere all’analisi dell’intimo santuario dell’anima, nel raccogliere le idee, meditarle, circondarle di attenzioni, fecondarle positivamente, sì che esse si traducano in realtà positivizzanti, stimola la persona ad avvertire in sé le contraddizioni, la consapevolezza delle motivazioni che determinano le scelte, a progredire autonomamente e a raggiungere una nuova armonia in se stesso e una diversa disponibilità verso gli altri.
I “racconti di sabbia” generati dalla coppia
Il sighé, il silenzio è la vera origine dell’essere, abitare nel silenzio è dare spazio al respiro nascosto della persona, all’ascolto di sé, al dialogo o alle grandi lotte dentro di sé, a dare significato ai segreti e interpretare le immagini in cui si riflettono le proprie possibilità. Analizzare in copresenza con la componente d coppia le relazioni inadeguate, capaci di creare sofferenza, angoscia, sentimenti di frustrazione e di inadeguatezza, trovare nuove e diverse intese. Nel misterioso riserbo del silenzio i due possono raggiungere gli angoli più nascosti, smettere di occultare, prepararsi a nuovi incontri per trovare la disponibilità ad accogliere idonee risposte, sentire il profondo linguaggio delle cose e della propria intimità, rivolgersi a se stessi per riassumere i propri pensieri. Il silenzio del deserto di sabbia aiuta a tacere per ascoltare se stessi, per pensare, per maturare l’occasione di guardare attentamente le esperienze vissute, rintracciare in sé stessi le risposte necessarie al raggiungimento di intese e un personale equilibrio. Il silenzio nel Reflecting è insostituibile, adatto per creare, stabilire e mantenere un rapporto interpersonale, e ciò spiega perché l’attiva vibratilità della sabbia prodotta con il metodo Tales of Sand® è ritenuto per questa prodigalità, un nuovo grande ausiliario per attivare elaborazioni che aiutino a pensare a trattenersi in compagnia dei propri pensieri, ad ascoltare le voci che nel silenzio si fanno udire. Stare insieme è il principio fondamentale della vita dell’uomo, poiché soddisfa il bisogno di comunicare, quel processo dinamico complesso alimentato da scambi di conoscenze, sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri e che la sabbiera assai bene può sodisfare specie se oltre al con tatto mentale lo stare assieme può creare contatto fisico, ciò che rende gli altri coscienti della nostra esistenza e noi stessi consapevoli dell’esistenza dell’altro, scambio che è l’umano contributo alla vita. I messaggi comunicativi che transitano nella sabbiera stimolano e sviluppano giochi di relazione per una autentica prospettiva di intendimento e di riconoscimento. Lo stare assieme e il comunicare permettono all’uomo di individuare le esigenze e attivare, sulla base di una comprensione dei comportamenti e dei problemi, di attivare di scambi pluridirezionali e contribuire a fare chiarezza sulla natura degli obiettivi da perseguire. Le persone sono protagoniste e la sabbia che agisce da facilitatore, più di ogni altra occasione può favorire un’apertura, una disponibilità di espressione, una propensione a lasciare andare i freni e le inibizioni. Nell’incontro a due la disposizione di uno di fianco all’altro davanti alla sabbiera, favorisce l’apertura e la disposizione all’interazione, pone la persona nella condizione di sentirsi soggetto della propria azione, consapevolezza che potrà invogliarla a intraprendere un percorso di riflessione autentico e fruttuoso.
Con il metodo Tales of Sand® ausiliario del Reflecting il Pedagogista Clinico® ben riesce a soddisfare il suo scopo, quello di aiutare la persona a trovare in se stessa le risorse per affrontare le situazioni difficili in maniera più integrata, vincere ogni disagio, ogni difficoltà, agire con maggiore abilità organizzativa, indipendenza e responsabilità. Valido ausiliario il Tales of Sand® che ispessendo le occasioni di mediazione, mira a educare all’armonia, a favorire nella persona lo sviluppo della disponibilità e della capacità di raccontarsi, esprimersi, chiarire i rapporti problematici, fronteggiare gli stati conflittivi; destare le energie sopite e rintracciare quella riserva di forze indispensabili a dominare le circostanze di vita, di vivere in modo più consapevole, di rendersi conto delle proprie risorse e di imparare ad adoperarle..
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