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Conflitto: falsi miti e strategie di risoluzione

Il conflitto è connaturale nelle relazioni, è neutro né positivo né negativo, dipende dallo stile di fronteggiamento che le persone utilizzano. Eppure molti lo temono e anche molti professionisti non sanno come “maneggiarlo”. Come insegnano le Professoresse Federica Ciccanti e Cinzia Vitale nelle formazione dell’area giuridica e mediazione affinché un professionista diventi efficace nell’aiutare parti in conflitto a trovare un equilibrio e a risolverlo è necessario che conosca (e abbandoni) i falsi miti sul conflitto e promuova una logica “win to win”. Vediamo insieme alcuni elementi principali di questo passaggio.

 

Il falso mito e le sue conseguenze

Nella nostra cultura occidentale la rappresentazione mentale del conflitto è negativa. In quanto si pone principalmente lo sguardo sulla sua dimensione distruttiva e sulla sofferenza che porta con sé. Se si considera il conflitto nella sua accezione negativa, l’atteggiamento verso le situazioni di conflitto saranno:

  1. di evitamento;
  2. di negazione;
  3. di trasformazione.

 

Negativo vs Positivo

In realtà, il punto è come le persone affrontano il conflitto, quale stile utilizzano. In base allo stile si avrà un risultato diverso. I tre stili di fronteggiamento del conflitto sono:

  1. a) di evitamento;
  2. b) antagonistico o distruttivo;
  3. c) orientato alla soluzione del problema che il conflitto ha fatto emergere.

 

Il conflitto come evoluzione

Il conflitto, se fronteggiato con uno stile orientato alla soluzione dei problemi, ha compito evolutivo, di crescita, di trasformazione delle relazioni in senso positivo. In questo caso esso può:

  • prevenire la stagnazione della relazione;
  • stimolare interesse e curiosità;
  • affrontare i problemi che altrimenti potrebbero rimanere irrisolti;
  • trovare nuove soluzioni a vecchi problemi.

 

La logica WIN to WIN

Due sono i presupposti base, gli assiomi, che possiamo prendere a riferimento quanto parliamo di conflitti e risoluzione di conflitti.  Innanzi tutto  il conflitto è un prodotto non una causa: il problema è la causa che produce il conflitto.  Il secondo assieme riguarda il fatto che  due o più soggetti confliggono su un problema che appartiene ad entrambi. Ne consegue che se le parti risolvono il problema che li ha fatti confliggere, di conseguenza escono dal conflitto entrambi vincenti e se le persone apprendono un nuovo modo di affrontare il conflitto e probabilmente tenderanno a reiterarlo.

 

Conclusioni

In conclusione, il conflitto, sebbene spesso associato a connotazioni negative nella nostra cultura, rivela una sua natura neutra e può essere affrontato in modi diversi. Le Professoresse Federica Ciccanti e Cinzia Vitale sostengono che la chiave per un efficace gestione del conflitto risieda nella comprensione e nell’abbandono dei falsi miti ad esso associati, promuovendo invece una prospettiva orientata alla soluzione dei problemi e alla logica “win to win”.

In definitiva, il conflitto, se gestito con saggezza e orientato alla soluzione, può diventare un catalizzatore per la crescita e il miglioramento delle relazioni, contribuendo alla trasformazione positiva delle interazioni umane.

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